Una delle molte cause del limitato sviluppo economico del Mezzogiorno pre-unitario – come è stato ampiamente acclarato in sede storiografica – fu la «caratteristica finanza borbonica che poco prelevava e poco spendeva, limitando in questo modo il progresso stesso del paese al quale venivano a mancare gli investimenti e le spese produttive» (A. Spagnoletti) e producendo «soltanto stagnazione, isolamento delle province, scarsi investimenti in opere pubbliche» (A. Musi).
Un piccolo ma significativo esempio di questo tipo di politica miope e restrittiva si rileva abbastanza chiaramente nel mancato accoglimento di una motivata istanza (all’epoca definita supplica) avanzata da alcuni cittadini di Sperone nel 1831, quando il paese era ancora un quartiere del Comune di Avella.
Datata 3 luglio 1831 e firmata dal parroco Silvestro Sgambati, dai sacerdoti Francesco Vetrano, Francesco Sgambati e Luigi D’Anna, dall’eletto (amministratore comunale) Domenico Borzelli e dai cittadini Andrea Vetrani e Gioacchino Borzelli, l’istanza fu indirizzata «A Sua Sacra Regal Maestà Ferdinando II» con la seguente richiesta:
Gli abitanti tutti dello Sperone di Avella in Distretto di Nola, Provincia di Terra di Lavoro, per mezzo del loro Parroco, Sacerdoti, ed Amministratori Comunali, con umilissime suppliche espongono alla Maestà Vostra il loro gran desiderio, che quel tratto di strada Regale, che attraversa il loro Comune sia fatto di pietre travertine lastricate, e breccioni, atteso il gran danno, che viene cagionato alla loro sanità dall’aria umida, e dal fango permanente nell’inverno, e dalla polvere continua nell’està; circostanze, che spesso li fanno inciampare nelle malattie di tisichezza, idropisia, ed oftalmia acuta. Ne ricorrono perciò all’innata bontà della Maestà Vostra, acciò si compiaccia dare le convenienti disposizioni, onde ripararsi a tale disordine, e l’otterranno ut Deus.
Oltre due mesi dopo la presentazione dell’istanza, il 17 settembre 1831, la Direzione di Ponti e Strade, fece pervenire all’Intendente di Terra di Lavoro (affinché la comunicasse ai richiedenti) una estremamente significativa risposta, nella quale fu evidenziato, fra l’altro:
[…] la dimanda avvanzata dagli abitanti […] di Sperone di Avella, perché il tratto di strada Regia che ne attraversa l’abitato si lastricasse, non può accogliersi nell’interesse della Tesoreria Generale, giacché non trattasi di un lavoro indispensabile, ma bensì di un’opera di lusso e di solo vantaggio degli abitanti di Sperone.
[…] si aggiunge […] che i fondi della Tesoreria Generale non possono sostenere la spesa dei lavori che si dimandano.
Bibliografia
A. Spagnoletti, Storia del Regno delle due Sicilie, Bologna 1997.
G. Vitolo – A. Musi, Il Mezzogiorno prima della Questione Meridionale, Firenze 2004.
P. Colucci, Il «circondario» di Baiano agli inizi dell’Ottocento, Quadrelle 2007.
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