
Tre persone sono state arrestate, a Napoli, dalla Polizia di Stato per aver tentato un’estorsione con il metodo del “cavallo di ritorno”. La vicenda ha avuto inizio venerdì scorso. Un uomo, originario di Caserta, aveva subìto il furto della propria autovettura a Roma. Nella notte tra venerdì e sabato, è stato contattato da uno sconosciuto che gli ha comunicato che la sua auto si trovava a Napoli e che, per la restituzione, avrebbe dovuto corrispondere una somma di denaro. L’uomo si è messo in viaggio verso Napoli e, una volta giunto alla stazione di Napoli centrale, ha denunciato l’accaduto presso gli uffici della Polizia ferroviaria, che ha a sua volta contattato la squadra mobile.
Sabato è scattata la trappola: i poliziotti si sono recati in zona Capodichino, luogo prestabilito per l’appuntamento, dove hanno colto in flagranza di reato i presunti responsabili intenti a recuperare la somma di denaro richiesta per la restituzione dell’autovettura. Gli indagati, vistisi scoperti, hanno tentato la fuga ma sono stati raggiunti e bloccati dagli operatori.
Due giovani napoletani, di 17 e 20 anni, quest’ultimo con precedenti, sono stati tratti in arresto per lesioni personali, violenza, resistenza a pubblico ufficiale ed estorsione.
Nel frattempo, lo scooter è stato sottoposto a sequestro poiché sprovvisto di copertura assicurativa. Successivamente, presso gli uffici di polizia di via Medina, è giunto il padre dell’indagato minorenne che, in evidente stato di agitazione, ha minacciato gli operatori presenti nel tentativo di raggiungere il figlio. Dopo una colluttazione, l’uomo è stato bloccato e tratto in arresto per lesioni personali, violenza, minaccia, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale.
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