
Da quanto emerso dalle indagini, pare che – per ottenere un posto nell’Aeronautica o superare i concorsi nelle forze dell’ordine – fosse necessario pagare una somma considerevole di denaro, oltre a regali di valore.
I presunti organizzatori erano i marescialli dell’Aeronautica militare Aldo Caurio e Gennaro Sorgente, entrambi di Foggia, in servizio all’aeroporto di Amendola; il loro collega Arturo Salza, un napoletano di 45 anni residente a Roma; l’ufficiale dell’Aeronautica Massimo Mastore, un barese di 54 anni in servizio alla scuola volontari di Taranto; Raffaele D’Eramo, un romano di 57 anni, luogotenente dell’Aeronautica al centro di selezione di Guidonia Montecelio vicino Roma e Luigi D’Antuono, un altro sottufficiale dell’Aeronautica militare, un foggiano di 26 anni.
Nell’inchiesta chiamata “Quota”, sfociata in 6 ordinanze a giugno, sono risultati indagati anche i genitori e i figli raccomandati come presunti corruttori. In totale le persone indagate sono 35.
I capi di imputazione, a vario titolo e con diversi profili di responsabilità, sono corruzione, traffico di influenze illecite, falso e sostituzione di persona. La Procura di Foggia ha notificato l’avviso di chiusura dell’inchiesta, un atto che spesso prelude a una richiesta di rinvio a giudizio. I capi d’accusa, 25 in totale, sono raccolti in 8 pagine e illustrano diversi episodi di corruzione.
Secondo gli inquirenti, i due sottufficiali, sfruttando e vantando conoscenze con pubblici ufficiali o con gli incaricati del reclutamento, in cambio di denaro, riuscivano a fornire alcune prove concorsuali in anticipo o a intervenire sui risultati di alcune prove o ancora in occasione di visite mediche necessarie a certificare l’idoneità fisica.
Nella casa di uno degli indagati si tenevano lezioni finalizzate alla preparazione con simulazioni relative a prove concorsuali e colloqui di psicologia, considerati fondamentali per il superamento del concorso. I genitori dei candidati (questi ultimi non sempre a conoscenza del pagamento per il superamento delle procedure concorsuali) venivano rassicurati sull’esito delle prove e pagavano una tangente al termine della pubblicazione della graduatoria. Il costo della “mediazione” per garantire il superamento di un concorso variava dai 20mila ai 50mila euro e poteva essere affiancato da regali di beni di lusso.
Gli episodi contestati includono la consegna di oltre 100mila euro e di due Rolex, ciascuno del valore di 8mila euro.
Quando i carabinieri del Ros hanno eseguito l’ordinanza, durante le varie perquisizioni domiciliari presso gli uffici e le case di alcuni indagati, sono state sequestrate somme di denaro contante per un totale di circa 215mila euro, oltre a orologi di valore e altri beni che, secondo gli investigatori, avrebbero costituito il prezzo da pagare.
Gli indagati hanno un periodo di 20 giorni per presentare memorie o documenti a loro difesa o per richiedere di essere interrogati.
Il Ministero della Difesa, in caso di apertura di un processo, è stato indicato come la parte lesa.