
Un’operazione di grande rilievo è stata condotta dai Carabinieri della compagnia di Torre Del Greco, che ha portato all’arresto di sette persone nel comune vesuviano di Cercola (Na). Gli arrestati sono sono ritenuti gravemente indiziati di scambio elettorale politico-mafioso, associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale e detenzione e porto di armi in luogo pubblico. I reati contestati sono aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare i clan locali.
Le indagini dei carabinieri e della DDA (pm Henry John Woodcock e Stefano Capuano) hanno rivelato un sistema di compravendita di voti durante in atto durante le elezioni amministrative del maggio 2023. Secondo le accuse, i voti venivano venduti al prezzo di 30 euro ciascuno durante il primo turno elettorale e a 20 euro durante il ballottaggio.
Tra gli arrestati figurano la figlia di un boss ergastolano, all’epoca dei fatti rappresentante di lista, una candidata legata da vincoli di parentela a un clan locale, suo fratello, consigliere in una municipalità di Napoli, e anche loro padre.
L’inchiesta è partita da una segnalazione della Polizia Locale di Cercola.
I Carabinieri hanno inoltre documentato altri episodi di corruzione elettorale risalenti al 2020 e collegati al pestaggio di un pregiudicato del quartiere Caravita di Cercola: l’uomo avrebbe comprato dei voti per un candidato al Consiglio Regionale della Campania senza pagare la tangente al clan.
Questo episodio evidenzia che, in alcuni casi, l’attività politica parte già con il “peccato originale” della collusione con la malavita, alla quale ella chiede “favori” che poi dovrà restituire e dalla quale verrà presumibilmente condizionata nelle sue scelte. Per fortuna, le Istituzioni e le Forze dell’Ordine, dispongono fi uomini e mezzi per contrastare queste infiltrazioni antidemocratiche.