Pericolo cinghiali in Irpinia: l’ultimo allarme è quello di Montefredane.

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Secondo gli esperti, i cinghiali che hanno prevalentemente abitudini notturne, sarebbe attratti verso le strade e in centri abitati per la facilità con cui vi trovano rifiuti e spazzatura o derrate agricole nei campi con cui nutrirsi. Oppure sarebbero spinti sempre più a valle per la presenza crescente dei lupi, Fatto sta che la loro presenza costituisce un grave pericolo per i motociclisti e gli automobilisti che si trovino a viaggiare in condizioni di scarsa visibilità (curve nelle strade di montagna, e strade poco o per niente illuminate di notte, o strade non protette la guardrail che ne controllino l’accesso).

L’ultimo allarme è stato lanciato nel tardo pomeriggio di Montefredane, dove il Comune ha diffuso un avviso per segnalare la presenza di una mandria di cinghiali vaganti sul territorio comunale, invitando automobilisti e pedoni a procedere con prudenza soprattutto lungo la provinciale 185 nel tratto collinare; il comunicato precisava inoltre che, non potendo svolgersi battute di caccia all’interno del centro abitato, ogni intervento di contenimento resta subordinato ad autorizzazioni regionali.

Due giorni prima, nella notte tra il 15 e il 16 aprile, la quiete di Montoro è stata turbata dall’improvvisa comparsa di almeno tre cinghiali sulla via Sandro Pertini, immortalati mentre attraversavano la strada in pieno centro abitato: se da un lato le foto e i video diffusi sui social hanno riscosso curiosità, dall’altro hanno rinnovato timori circa la sicurezza stradale e i possibili danni a giardini e coltivazioni locali

Non si tratta di episodi isolati: lo scorso 11 marzo una famigliola di quattro o cinque cinghiali ha invaso il raccordo autostradale Avellino–Salerno, all’altezza di Serino, causando un violento tamponamento a catena che ha coinvolto cinque vetture. Un cinghiale è morto sul colpo e diverse auto hanno riportato danni ingenti, fortunatamente senza feriti gravi tra gli occupanti.

Ancora più drammatico è stato lo scontro di inizio gennaio sulla Statale Ofantina bis, dove un autoarticolato carico di latte ha travolto un intero branco di undici cinghiali apparsi improvvisamente sulla carreggiata, uccidendo tutti gli esemplari e danneggiando il tir: nonostante l’impatto devastante, il conducente è rimasto illeso, mentre i soccorsi – Carabinieri e personale ASL – hanno impiegato ore per mettere in sicurezza la strada e rimuovere carcasse e detriti.

Il 6 dicembre scorso, a poca distanza dal capoluogo, un’altra donna di 45 anni ha rischiato la vita quando, lungo la Statale 88 in contrada Pennini (Summonte), ha urtato un cinghiale che le attraversava la strada, ribaltando l’auto. I Vigili del Fuoco l’hanno estratta dalle lamiere e il 118 l’ha trasportata in codice rosso al Moscati di Avellino; l’animale è stato recuperato da una ditta specializzata e i Carabinieri hanno eseguito i rilievi del caso.

Neppure i più giovani sono esenti da pericoli: pochi mesi fa tre ragazzi, nel tentativo di evitare un branco di cinghiali in una zona di campagna, hanno perso il controllo del veicolo ribaltandosi contro un muro; tutti e tre sono rimasti feriti, seppur lievemente, e l’incidente ha richiamato nuovamente l’attenzione sulla necessità di segnaletica adeguata e barriere anti-selvatici lungo le provinciali più critiche.

Questi fatti, tutti distinti e ormai alle spalle, fotografano l’inarrestabile avanzata di Sus scrofa nei territori a ridosso dei centri abitati della provincia di Avellino.

La crescente frequenza degli avvistamenti e degli incidenti stradali spinge le amministrazioni locali e la Regione Campania a studiare soluzioni congiunte: dalle tecniche non letali di allontanamento ai progetti di recinzione elettrificata, fino alla revisione delle procedure per eventuali interventi di controllo faunistico.

Nel frattempo resta fondamentale l’appello rivolto ai cittadini: moderare la velocità, segnalare prontamente qualsiasi incontro ravvicinato con i cinghiali e astenersi dall’avvicinarli o nutrirli, per evitare il rischio di ulteriori tragedie e garantire la convivenza tra uomo e natura.


Foto di repertorio