Il “vaso da notte”, noto anche come orinale, è un recipiente utilizzato per raccogliere l’urina e talvolta anche le feci. Di solito, viene posizionato accanto al letto per consentirne un uso comodo durante la notte, evitando la necessità di utilizzare il bagno principale. Questo oggetto era molto comune in passato, quando i servizi igienici erano assenti o posti all’esterno dell’abitazioni (latrine),
Il Cantaro, invece, non è un umile vaso da notte, ma ha connotati più nobili e rappresenta un autentico frammento di storia. Risalente al XV secolo, veniva utilizzato nelle dimore delle famiglie aristocratiche per garantire comfort e igiene durante le ore notturne.
Realizzato in metallo di alta qualità e adornato con intarsi e incisioni, il Cantaro era un emblema di status sociale e prosperità. Questo utile oggetto ha radici che risalgono all’età del rame di Creta e oggetti simili sono stati rinvenuti anche in Orcomeno micenea e nell’isola di Lemno.
Inoltre, il termine “Cantaro”, di origine araba, è collegato anche ad antiche unità di misura regionali, di volume e di peso.
Ma, perché si chiama anche “Zì Peppe”?
Ebbene, questo particolare appellativo si fa risalire a Ferdinando IV di Borbone, in seguito divenuto Ferdinando I delle Due Sicilie. Si racconta che da bambino, quando divenne re a soli 9 anni, riceveva i suoi sudditi seduto su un Cantaro. Questa pratica sembra essere proseguita anche in età adulta. Inoltre, il cognato di Ferdinando, il futuro imperatore Giuseppe d’Asburgo, gli donò come regalo di nozze un lussuoso cantero racchiuso in una raffinata colonnetta di legno. Ebbene, Ferdinando accettò a denti stretti il dono ma per tutta ripicca soprannominò questo particolare oggetto “Zi Peppe” (ricordiamoci che Ferdinando fu il primo Borbone nato a Napoli, per cui parlava Napoletano); da allora in poi … il secondo nome del Cantero fu appunto “Zi Peppe”!