
Il Parco Archeologico Urbano di Nola, una volta considerato un gioiello dell’urbanistica nolana, è recentemente tornato all’attenzione del pubblico a causa del suo stato di degrado. Inaugurato nel 2014, il parco, che comprende un’area verde con resti archeologici e un edificio parzialmente interrato, non è mai stato reso costantemente accessibile al pubblico.
Durante l’amministrazione Biancardi, il parco veniva aperto occasionalmente per vari spettacoli, ma poi veniva nuovamente chiuso e gradualmente cadeva in uno stato di abbandono2. Con l’amministrazione Minieri, l’Università Partenope si è interessata alla struttura, progettando di istituire aule universitarie e uffici amministrativi, ma alla fine ha scelto di utilizzare i locali dell’auditorium del Rione Gescal per le aule universitarie, lasciando il parco chiuso.
Attualmente, sotto l’amministrazione Buonauro, il parco rimane chiuso2. Si dice che l’amministrazione non abbia fondi per gestire la parte esterna del parco, che è soggetta a vincoli della Soprintendenza dei Beni Culturali2. Tuttavia, grazie a un’analisi dei fondi residui, sembra che sia stata trovata la possibilità di iniziare i lavori di ristrutturazione interna dell’auditorium.
In precedenza, era stato raggiunto un accordo con l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) per gestire la struttura, ma fino ad oggi l’associazione non ha trovato alcun fondo disponibile per avviare eventuali progetti. Pertanto, cittadini, imprenditori e associazioni possono attivarsi per proporre progetti di rivalutazione del Parco.