“O’ Festone” di Quindici: una festa tra una fede viscerale per la Madonna Nera e la tradizione quindicese per l’accoglienza e l’inclusione.

della Prof.ssa Giovanna Damiano

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Con “O’ Festone” di Quindici  di quest’anno i festeggiamenti sono ritornati in pompa magna con un ampio ventaglio di occasioni di incontro  tra sacro e profano, che hanno coinvolto le persone di ogni fascia d’età,  locali e non. A partire dai primi giorni del mese, giorno per giorno, i non residenti e gli emigranti  sono rientrati al richiamo della fede verso la Madonna Santissima delle Grazie.

Il numero degli abitanti si è triplicato; non c’è stata famiglia che non abbia accolto ospiti, soprattutto il giorno 8, quando la Madonna è stata portata in processione per le strade di tutto il paese, preceduta dalla lunga schiera di fedeli che hanno fatto il voto  di “portare il cero” alla Madonna miracolosa.

La suggestiva festa quindicese si è conclusa, con i classici fuochi d’artificio, nella notte del 10 settembre scorso. La continuità dell’evento, perpetuato per secoli, e interrotto solo negli anni della pandemia, era stata già ripristinata l’anno scorso, ma è nell’edizione di quest’anno che la statua è stata ricoperta da strati di monili d’oro minuziosamente e pazientemente cuciti su lembi di stoffa dalle  ricamatrici del paese.

L’8 settembre, l’esperienza vissuta nei vicoli e per le strade del centro storico è stata totalmente immersiva: il suono delle campane, gli accordi degli strumenti della banda, il profumo delle “polpette”… hanno creato un’atmosfera multisensoriale e aggregante in cui si è ritrovata, in piena armonia, tutta la comunità.

L’atteggiamento di accoglienza dei quindicesi è stato, come al solito, avvolgente e premuroso e indicativo di un atavico sentimento di inclusione fondato sulla  fede verso una Madonna “nera”; una fede autentica e consapevole dell’uguaglianza dei figli di Dio.

Emblematica la similitudine tra il popolo ebraico  e questo popolo: se il primo è il popolo eletto da Dio  i quindicesi  si sentono  “scelti” dalla Madonna  attraverso quella  statua che, secondo gli antichi racconti, comprata da un gruppo di abitanti del Vallo, fu messa su un mulo bendato perché si fermasse  nel luogo che la Madonna avesse scelto come sua dimora.

Quel luogo fu Quindici !

Il privilegio della scelta non è stato, così come per gli ebrei, privo di peripezie e disagi che, per tanti motivi, hanno attraversato la loro storia.

Un esempio?

La diaspora!

Quando il 5 maggio del 1998 il paese di Quindici fu invaso da una frana, molti abitanti furono costretti ad abbandonare il paese come gli ebrei, che più volte dovettero abbandonare la terra promessa dando vita ad una diaspora (nda: dispersione).

Come gli ebrei al Tempio, nei giorni di festa, ogni giorno, dal primo settembre, la Chiesa ha accolto i fedeli che hanno raggiunto età significative: il passaggio negli “anta” dei più giovani, il mezzo secolo dei cinquantenni, i settanta anni dei più ”grandi”. Tutti accomunati dal desiderio di ringraziare la Madonna per il percorso di vita svolto e dall’affidamento a Lei per il futuro.

Quei giorni che precedono la festa diventano, per gli emigranti, occasione di celebrare matrimoni, e le strade si colorano dei fiori delle “guantiere” agli sposi.

Le serate sono allietate dai cantanti locali, che tradizionalmente vengono invitati dai “maestri di festa”.

Assente, quest’anno, il gruppo storico del paese gli “Emittente 15”, una dimenticanza che non è passata inosservata.

Sui social, in questi giorni, si susseguono i ringraziamenti di tante persone al Comitato Festa, al parroco Don Vito, a tutti quelli che sinergicamente hanno reso possibile realizzare quell’insieme di attrazioni che hanno messo quasi tutti d’accordo. Luminarie con effetti speciali, Bande musicali di alto livello, gruppi musicali apprezzati e – per finire – con artisti del calibro di Geolier, Nostalgia 90 e Pupo. Il tutto impreziosito da spettacolari i fuochi d’artificio sulle note di canzoni di musica leggera.