
Richard H. Ebright, biologo molecolare presso l’Università di Rutgers, è stato citato in un nuovo articolo del Wall Street Journal in cui afferma che il virus responsabile di milioni di morti in tutto il mondo potrebbe effettivamente essere stato creato dall’uomo presso l’Istituto di Virologia di Wuhan, in Cina. Questa ipotesi si basa su prove trovate in un documento di laboratorio del 2018, che discuteva la creazione di un tale virus. Secondo Ebright, questo documento eleva le prove dalla sequenza genomica al livello di una “pistola fumante”.
I documenti di laboratorio a cui si riferisce Ebright contenevano bozze e appunti relativi a una proposta di sovvenzione chiamata Progetto DEFUSE. Questo progetto mirava a ingegnerizzare coronavirus dei pipistrelli in modo da renderli più facilmente trasmissibili agli esseri umani. I nuovi documenti, che sono documenti di pianificazione di base e bozze per la proposta DEFUSE, richiedono l’assemblaggio di virus simili alla SARS da sei sezioni di DNA e includono una stima dei costi per l’acquisto dell’enzima di restrizione BsmBI. Questi dettagli rafforzano chiaramente, forse in modo definitivo, la tesi secondo cui il virus è sintetico.
Inoltre, gli americani hanno spostato le ricerche sul Covid-19 a Wuhan. Un team guidato da Peter Daszak della EcoHealth Alliance di New York, Shi Zhengli del Wuhan Institute of Virology e Ralph Baric dell’Università della Carolina del Nord ha spinto per spostare le ricerche nel laboratorio di Wuhan della dottoressa Shi. Nei documenti scoperti di recente, si scrive: “Una volta ottenuti i fondi, potremo assegnare chi fa esattamente quale lavoro, e credo che molti di questi test possano essere eseguiti a Wuhan”.
Parrebbe, quindi, che il team (americano e cinese) guidato da Peter Daszak della EcoHealth Alliance di New York, Shi Zhengli del Wuhan Institute of Virology e Ralph Baric dell’Università della Carolina del Nord abbia spinto per spostare le ricerche nel laboratorio di Wuhan della dottoressa Shi. Nei documenti scoperti di recente, si scrive: “Una volta ottenuti i fondi, potremo assegnare chi fa esattamente quale lavoro, e credo che molti di questi test possano essere eseguiti a Wuhan”.
Queste nuove informazioni sollevano interrogativi importanti sulla possibile origine del virus e meritano ulteriori indagini e trasparenza.
L’anno scorso l’Alleanza EcoHealth di Daszak ha affermato che il progetto DEFUSE non è mai stato implementato: “La proposta non è stata finanziata e il lavoro non è mai stato svolto, quindi non può aver avuto un ruolo nell’origine del COVID-19”. Ma la scienza è un business competitivo e non è improbabile che anche se Darpa ha rifiutato la proposta DEFUSE nel febbraio 2019, i ricercatori di Wuhan potrebbero essersi assicurati i finanziamenti del governo cinese e che siano andati avanti da soli.
I virus realizzati secondo il protocollo DEFUSE avrebbero potuto essere disponibili prima dello scoppio del Covid-19, tra agosto e novembre 2019. Ciò spiegherebbe la tempistica altrimenti inspiegabile della pandemia insieme al suo luogo di origine. I funzionari cinesi, tuttavia, hanno chiesto agli Stati Uniti di “smettere di diffamare la Cina”.
Manca un pezzo al puzzle: l’identità del virus genitore da cui è derivato il SARS-CoV-2. Le autorità cinesi hanno rigorosamente soppresso tutte le informazioni sui virus conservati nell’Istituto di virologia di Wuhan. Ma le prove documentali e scientifiche già raccolte sembrano sufficienti per comprendere la genesi della pandemia che ha ucciso milioni di persone.
https://irpiniattiva.news/scienza-e-tecnologie/covid-sapremo-mai-la-verita/