Stellantis, il gruppo automobilistico nato dalla fusione tra FCA (Fiat e Chrysler) e PSA, ha proposto un piano di uscite volontarie a 15.000 dei suoi dipendenti in Italia tramite un’email. L’email, inviata senza preavviso, ha sorpreso i dipendenti e ha sollevato preoccupazioni tra i sindacati per la mancanza di informazioni adeguate e la possibilità di una scelta libera da parte dei lavoratori.
La proposta di Stellantis è rivolta ai “lavoratori forti”, cioè coloro che, grazie alla loro età e anzianità di servizio, potrebbero avere altre opportunità di lavoro. L’incentivo offerto varia in base a età e anzianità di servizio e può superare i 50.000 euro. I dipendenti interessati devono comunicare la loro decisione entro il 31 dicembre.
L’azienda ha giustificato la sua iniziativa con la necessità di adeguare la sua struttura organizzativa alle sfide del mercato e della transizione energetica. Il gruppo ha avviato un piano di investimenti di 30 miliardi di euro per lo sviluppo di veicoli elettrici e ibridi, che richiede una diversa qualificazione e specializzazione del personale.
Ha, inoltre, assicurato che non ci saranno licenziamenti e che i posti di lavoro vacanti saranno riassegnati a nuove assunzioni o trasferimenti interni. L’azienda ha anche confermato il suo impegno a mantenere la produzione in Italia, dove ha 12 stabilimenti e oltre 50.000 dipendenti.
I sindacati, tuttavia, hanno espresso dubbi e richieste. Hanno chiesto maggiori garanzie sul futuro occupazionale e industriale del gruppo in Italia. Hanno anche chiesto maggiori investimenti per la formazione e l’aggiornamento dei lavoratori, per permettere loro di acquisire le competenze necessarie per il cambiamento in corso. Infine, hanno chiesto maggiori protezioni per i lavoratori più anziani e più vulnerabili, che potrebbero essere penalizzati dal piano di uscite volontarie.