La felicità è sopravvalutata: cos’è davvero la felicità?

di Emanuela Di Napoli

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Tutti gli uomini, e forse, non lo so, tutti gli animali, e perché no, anche le mosche, lavorano per raggiungere un unico obiettivo: la felicità, quel sentimento che ci fa sorridere il cuore, oltre che le labbra. La felicità è una condizione, l’unica e sola condizione che renderebbe perfetta la vita di ognuno di noi. Eppure, si dà il caso che, al mondo, le persone felici non esistano, nonostante si impegnino tutta la loro esistenza per arrivare a tale scopo.

Sono certa che anche tu, delle volte, senti di non essere abbastanza felice e soddisfatto di ciò che hai, di ciò che vivi. Ma perché capita questo? Perché la felicità sembra una meta irraggiungibile? Semplice, la felicità non è un luogo, non si deve raggiungere, non si deve conquistare. Noi possiamo essere felici, da oggi, anzi, da adesso. Come? Basta volerlo, basta decidere di esserlo. Siamo i soli responsabili della nostra, personale, felicità, che consiste nel desiderare, nell’essere felici di ciò che si ha, ora, in questo esatto momento. Cercare la felicità è come cercare la fine dell’arcobaleno. La troverai? Mai. E poi smetterà di piovere e, troppo focalizzato nel cercare l’introvabile, avrai dimenticato di osservare la sua magnifica bellezza.

Ergo: felice mai sarai se la felicità cercherai, e se troppa ne bramerai allora nulla otterrai! (Fa anche rima).

La felicità è, poi, condizionata dalle aspettative che si costruiscono su di essa. Ecco perché dico che la felicità è sopravvalutata: le aspettative sono brutte, la rovinano, rovinano tutto ciò che è bello! Solo quando saremo capaci di eliminare tutte le nostre prospettive, che riusciremo ad apprezzare, ciò che abbiamo e non ciò che potremmo avere. Qualunque immagine idealizzeremo per quanto riguarda la nostra felicità, ci condurrà a sperare, a farci aspettative, solitamente sbagliate, che ci porteranno ad illuderci di qualcosa che non accadrà, nella maggior parte dei casi. Così ci rimaniamo male, ci sentiamo insoddisfatti. Ci sentiamo infelici. Ecco cosa compromette la nostra felicità: noi stessi.

E se ti chiedessi cosa ti rende felice? Sono sicura che in un modo o nell’altro mi saprai rispondere. Facciamo un esempio banale: immaginiamo di porre questa domanda ad un bimbo. Quest’ultimo ci risponderà che vorrebbe un determinato giocattolo. Allora gli compriamo questo giocattolo e quando lo avrà fra le mani sarà felice, sì, ma solo per poco tempo. Il tempo di desiderare qualcosa di nuovo e, magari, di più bello. Ad un bambino sarà, forse, un po’ difficile spiegare che la felicità è celata nei piccoli momenti e in nient’altro di troppo complicato.

Per essere felici, dunque, basta davvero poco (prendete appunti):

       Decidere di esserlo;

       Smettere di cercare assiduamente;

       Non farsi aspettative.

Insomma, tutti abbiamo il diritto di essere felici, perché privarcene per motivi futili?