
Alla vigilia di un possibile debutto tra fine maggio e inizio giugno 2025, GPT‑5 è già al centro di un vivace dibattito negli ambienti accademici, industriali e istituzionali. OpenAI non ha ancora fissato una data ufficiale, ma numerosi indizi – tra cui dichiarazioni del CEO Sam Altman e rumor di settore – puntano a un roll‑out imminente, dopo il rilascio di GPT‑4.5 “Orion” lo scorso febbraio.
GPT‑5 dovrebbe rappresentare un passo ulteriore nell’integrazione delle capacità di linguaggio naturale e di ragionamento avanzato. Secondo fonti interne a Microsoft – partner di cloud computing di OpenAI – il nuovo modello unificherà le serie “o” (come o3) e “GPT” in un’unica architettura, riducendo la complessità nella scelta del modello più adatto per specifici compiti.
Gli abbonati ChatGPT Plus avranno accesso a livelli di “intelligence” superiore, mentre gli utenti gratuiti beneficeranno di un uso illimitato con impostazioni standard.
Dal customer service all’analisi finanziaria, dalle applicazioni creative al supporto in ambito medico‑clinico, GPT‑5 promette di spingere oltre i confini degli LLM (Large Language Models) esistenti. Esperti di settore stimano che le performance cognitive – misurate in termini di accuratezza, coerenza contestuale e capacità di ragionamento causale – supereranno nettamente quelle di GPT‑4, aprendo la strada a utilizzi fino a oggi riservati a soluzioni specialistiche.
Con l’avvicinarsi del rilascio, riemergono questioni già dibattute nel contesto di modelli precedenti, ma ora amplificate dalle voci più allarmate. Alcuni ricercatori avvertono che un salto di capacità così consistente potrebbe avvicinarci a una “esplosione di intelligenza”, con scenari di ASI (Artificial Superintelligence) non più puramente teorici.
Un gruppo di esperti, firmatari di una lettera aperta, ha chiesto una pausa di sei mesi sullo sviluppo di modelli più avanzati di GPT‑4, per valutare rischi di disallineamento e potenziali abusi.
In parallelo al lancio di GPT‑5, OpenAI ha pubblicato una versione rinnovata del suo Model Spec: un documento di 63 pagine, rilasciato con licenza CC0, che definisce le linee guida etiche e operative per i suoi modelli. La specifica mira a garantire trasparenza, combattere la “sycophancy” AI e favorire il confronto pubblico sui meccanismi di filtraggio dei contenuti sensibili.
Sotto la pressione di istituzioni europee e del G7, si discute l’introduzione di un registro obbligatorio per i dataset usati negli addestramenti e l’obbligo di “audit indipendenti” pre‑lancio.
Il lancio di GPT‑5 rappresenta un momento cruciale nella storia dell’intelligenza artificiale: da un lato, la promessa di strumenti sempre più potenti e versatili; dall’altro, l’urgenza di incanalare questi progressi in un quadro etico e normativo solido. Se da un lato le aziende e gli utenti guardano con entusiasmo alle nuove capacità, dall’altro cresce l’appello della comunità scientifica a non sacrificare la sicurezza e i diritti fondamentali sull’altare dell’innovazione. Il vero banco di prova sarà nei mesi successivi alla pubblicazione, quando – tra valutazioni indipendenti, sperimentazioni real‑world e possibili interventi legislativi – si capirà se GPT‑5 saprà essere non solo più intelligente, ma anche più “responsabile”.