
Il 5 maggio 1998, 27 anni fa, una catastrofe naturale colpì duramente il comune di Quindici, in provincia di Avellino, e altre località campane come Sarno, Bracigliano, Siano e San Felice a Cancello.
Dopo 72 ore di piogge incessanti, una serie di colate di detriti si staccarono dal monte Pizzo d’Alvano, travolgendo i centri abitati sottostanti.
A Quindici, la valanga di fango e detriti seppellì il centro e la frazione Casamanzi, causando numerose vittime e ingenti danni materiali.
Le cause del disastro furono molteplici. Dal punto di vista geologico, l’area è caratterizzata da un substrato di rocce calcaree su cui poggiano strati di materiale piroclastico degradati (argille allofaniche), depositati dalle eruzioni del Vesuvio nel corso dei millenni.
Questo materiale, composto principalmente da pomici e ceneri, è altamente permeabile e, in presenza di forti piogge, può saturarsi d’acqua, perdendo coesione e scivolando lungo i pendii. La situazione fu aggravata dalla sostituzione della vegetazione autoctona, come castagni e querce, con coltivazioni di noccioleti più redditizie, e dalla completa eliminazione del sottobosco. Questi cambiamenti ridussero la capacità del terreno di assorbire l’acqua e aumentarono la vulnerabilità ai movimenti franosi.
La tragedia mise in luce anche gravi carenze nella gestione del territorio. Le opere di incanalamento delle acque, risalenti all’epoca borbonica, erano state abbandonate e non ricevevano manutenzione adeguata. Inoltre, le autorità locali non avevano dato seguito alle segnalazioni e alle denunce riguardanti la condizione di abbandono dei Regi Lagni, i canali di scolo delle acque piovane. La mancanza di interventi di manutenzione ordinaria e la speculazione edilizia contribuirono a creare le condizioni per il disastro.
In risposta alla tragedia, fu promulgato il Decreto-Legge n. 180 del 1998, noto come “Decreto Sarno”, che spostò l’attenzione sulla prevenzione del rischio idrogeologico attraverso la perimetrazione delle aree a rischio e il potenziamento delle reti di monitoraggio. Tuttavia, a distanza di anni, molti comuni italiani continuano a essere esposti a rischi elevati e molto elevati per frane e alluvioni, e le politiche di prevenzione restano spesso inadeguate.
Per commemorare le vittime e sensibilizzare la cittadinanza sui temi della prevenzione e della tutela del territorio, il 5 maggio 2025 si terrà a Quindici una giornata intitolata “Per non dimenticare – Educare all’ambiente”. L’evento, organizzato dalle associazioni locali con il patrocinio del Comune e la collaborazione dell’Istituto Omnicomprensivo “Benedetto Croce”, prevede l’allestimento di stand informativi, esercitazioni della Protezione Civile, una mostra fotografica, proiezioni di filmati d’epoca e una celebrazione eucaristica in memoria delle vittime. L’iniziativa mira a tenere vivo il ricordo della tragedia e a promuovere una maggiore consapevolezza sull’importanza della prevenzione e della gestione sostenibile del territorio.
A 25 anni dalla frana, esercitazioni di protezione civile a Sarno e Siano.