Giornata delle api: scopri il segreto delle api: come il ‘Superorganismo’ che produce miele e polline salverà il Pianeta

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Ogni anno, il venti maggio invita a riflettere sul ruolo insostituibile delle api nell’equilibrio degli ecosistemi e nella sicurezza alimentare globale. Questi insetti, capaci di percorrere chilometri al giorno alla ricerca di nettare, rappresentano molto più di semplici raccoglitori di polline: fungono da ingranaggi fondamentali in una complessa macchina naturale che, seppure infinitesimale all’occhio umano, regge interi sistemi agricoli e selvatici. Senza la loro instancabile attività di impollinazione, molte colture ortofrutticole perderebbero fino a tre quarti del loro rendimento, compromettendo non solo la varietà di frutta e verdura sulle nostre tavole, ma anche gran parte delle rese economiche di interi Paesi.

L’alveare, inteso come un organismo unitario, mostra caratteristiche paragonabili a quelle degli esseri viventi pluricellulari più avanzati. Le api operaie, attraverso una suddivisione implicita dei compiti che spazia dalla cura delle larve al reperimento delle risorse, garantiscono la sopravvivenza e l’efficienza della colonia: ogni individuo agisce in perfetta sinergia con gli altri, rispondendo a stimoli chimici e termici che regolano l’umidità interna e la temperatura necessaria alla maturazione del miele e allo sviluppo delle nuove generazioni. Questo livello di coordinamento ha ispirato studi che considerano gli alveari autentici “superorganismi”, in cui la selezione naturale premia la collettività piuttosto che l’individuo, con dinamiche evolutive uniche nel mondo animale.

Il declino delle popolazioni di api, rilevato sia tra le specie selvatiche sia tra quelle domestiche, affonda le sue radici in molteplici fattori che si potenziano a vicenda. Da un lato, la perdita di biodiversità e l’omogeneizzazione delle coltivazioni, con vaste estensioni di monocolture, riducono drasticamente le fonti di nutrimento stagionali. Dall’altro, l’uso massiccio di insetticidi di sintesi, soprattutto i neonicotinoidi, interferisce con i meccanismi neurologici degli insetti, disorientandoli e riducendone la capacità di ritorno all’alveare. Un ruolo cruciale è giocato anche dai parassiti, in particolare l’acaro Varroa destructor, che si nutre dell’emolinfa delle larve, trasmettendo virus letali e indebolendo progressivamente l’intera comunità. A queste minacce si aggiungono la competizione con specie alloctone, in grado di trasmettere malattie e sottrarre risorse, e i mutamenti climatici che sconvolgono i cicli di fioritura, creando periodi di scarsità improvvisa.

Accanto alla consapevolezza della loro importanza, l’uomo ha da sempre beneficiato dei prodotti che le api elaborano. Il miele, ottenuto dalla concentrazione del nettare, si presenta in una gamma sorprendente di sapori e colori: dalle delicate note di tiglio alle sfumature fruttate del castagno, dai retrogusti erbacei della millefiori alle tonalità scure e robuste della melata. Ogni varietà racconta l’identità del territorio e delle piante locali, facendo del miele un vero e proprio “termometro ambientale”. Il polline, raccolto e immagazzinato nell’alveare, è ricco di proteine, vitamine e antiossidanti, ed è apprezzato come integratore alimentare per le sue proprietà energizzanti e immunostimolanti. La pappa reale, secrezione nutriente prodotta dalle api nutrici per alimentare le larve destinate a diventare regine, contiene un concentrato di amminoacidi, minerali e ormoni vegetali, utilizzata in cosmetica e in nutraceutica per favorire il rinnovamento cellulare e contrastare la stanchezza cronica. La propoli, incrostazione resinosa derivata dalle gemme degli alberi, svolge un ruolo di protezione antibatterica all’interno del nido ed è diventata celebre per le sue applicazioni in prodotti per il benessere della gola e dell’apparato respiratorio. Infine, la cera d’api, plasmata con cura dalle operaie per costruire i favi, rappresenta uno dei materiali naturali più versatili: utilizzata per candele, cosmetici, rivestimenti protettivi e persino in alcune tecniche di restauro storico, conserva proprietà idrorepellenti e anallergiche.

Alcune curiosità arricchiscono ulteriormente il fascino di questi insetti. Le api sono in grado di comunicare la posizione di una fonte di nettare attraverso la cosiddetta “danza aerea”: con movimenti oscillatori e circolari, trasmettono informazioni precise sulla direzione e sulla distanza rispetto al Sole, sfruttando parametri che un tempo avrebbero sconvolto i protocolli di volo umani. Hanno cinque occhi, due composti per percepire i dettagli del paesaggio e tre ocelli per rilevare l’intensità luminosa, una combinazione che permette loro di orientarsi anche nelle giornate nuvolose. Alcuni studi hanno evidenziato la loro sorprendente capacità di riconoscere volti umani: osservando volti di persone associate a cibo, le api imparano a distinguerli e a ricordarli, un’abilità cognitiva finora ritenuta esclusiva dei vertebrati.

Negli ultimi anni, l’apicoltura ha conosciuto un rinnovato interesse in ambito urbano. Ospitare un alveare sui tetti cittadini aiuta a creare corridoi fioriti e a contrastare l’“isola di calore” metropolitana, fornendo al contempo miele dal sapore unico, contaminato dai profumi dei fiori che spuntano tra i palazzi. Il monitoraggio hi-tech si è diffuso anch’esso tra gli apicoltori più innovativi: sensori di temperatura, umidità e suono registrano costantemente le condizioni interne degli alveari, avvisando tempestivamente di anomalie che potrebbero preludere a malattie o stress collettivi. Alcune sperimentazioni stanno esplorando l’uso della tecnologia blockchain per tracciare ogni vasetto di miele, garantendo trasparenza sulla filiera e impedendo contraffazioni.

La resistenza delle api dipende dunque da una serie di fattori che vanno oltre il singolo alveare: dalla salvaguardia degli habitat ricchi di fiori spontanei, all’adozione di pratiche agricole a basso impatto, fino al coinvolgimento dei cittadini in percorsi di educazione ambientale. Ogni singola azione, dal seminare piante mellifere in un giardino privato fino alla promozione di normative più restrittive sui pesticidi, contribuisce a mantenere vivo un patrimonio biologico inestimabile. In un’epoca in cui il rumore delle macchine spesso sovrasta il ronzio delle api, fermarsi per ascoltare il loro incessante lavoro significa riscoprire il legame profondo che unisce l’essere umano alla natura. Proteggere le api non è soltanto un atto di rispetto verso creature indifese, ma un investimento per il futuro di ogni forma di vita sul pianeta.