Fecondazione: non vince il più veloce, ma è l’ovulo femminile a scegliere lo spermatozoo con cui unirsi

Cliccare sui pulsanti sotto per condividere. GRAZIE !

Per lungo tempo, la fecondazione è stata descritta come una competizione diretta tra milioni di spermatozoi: solo il più veloce, superando ostacoli quali il muco cervicale e le variazioni di pH, raggiunge la tuba di Falloppio, penetra la zona pellucida e innesca la reazione corticale, bloccando l’ingresso agli altri gameti maschili. In questa prospettiva tradizionale, la selezione avviene principalmente in base alla velocità e alla resistenza, e la riuscita del concepimento dipende quasi esclusivamente dallo spermatozoo più “performante”.

Negli ultimi anni, tuttavia, studi di biologia molecolare hanno evidenziato che la maggior parte degli spermatozoi rimane bloccata già a livello del collo dell’utero, dove specifiche glicoproteine del muco cervico-uterino consentono il passaggio soltanto a una ristretta popolazione dotata di requisiti biochimici precisi. Anche tra i pochi gameti che riescono a risalire la tuba, non sempre il parametro determinante è la velocità: alcuni hanno recettori di superficie che rispondono in modo più efficace a segnali chimici emessi dall’ovocita.

Secondo la nuova ipotesi, è quindi l’ovulo (femminile) a governare la selezione; subito dopo l’ovulazione l’oocita diffonde chemioattrattori capaci di leggersi unicamente da spermatozoi provvisti di specifici marker, come i canali CatSper. In questo modello, la “gara” non riguarda tanto la corsa verso l’ovulo, quanto piuttosto la capacità degli spermatozoi di riconoscere e rispondere a codici molecolari molto selettivi. Gli esperimenti di fecondazione in vitro confermano che, alterando questi segnali, la percentuale di fecondazione diminuisce notevolmente, pur mantenendo inalterato il numero di spermatozoi a disposizione.

Rimane da chiarire perché, se l’ovulo esercita un controllo così rigoroso, il sistema biologico disponga comunque di milioni di spermatozoi. Da un punto di vista evolutivo, produrre un’ampia gamma di gameti maschili garantisce la possibilità di un’ulteriore scrematura: in questo modo, l’ovulo riduce al minimo il rischio di accoppiarsi con cellule poco adatte a dare vita a un embrione sano. Il meccanismo complessivo si presenta come una sequenza di filtri: inizialmente, il muco cervicale e le difese immunitarie scartano gran parte degli spermatozoi; successivamente, la zona pellucida e l’insieme di segnali molecolari dell’ovocita operano la selezione finale.

In conclusione, la nozione di una “corsa” tra spermatozoi non risulta più sufficiente per spiegare il processo di fecondazione. Pur esistendo una componente di competizione numerica e cinetica, il ruolo attivo dell’ovulo, attraverso segnali chimici e recettori specifici, dimostra che la selezione dei gameti è un meccanismo condiviso. La fecondazione emerge dunque come esito di un sistema a tappe, nel quale la sopravvivenza degli spermatozoi e la loro capacità di dialogare con l’ovocita sono fattori entrambi essenziali.

In sintesi, anche a livello cellulare chi sceglie è sempre la donna (ovvero, l’ovulo).