E’ possibile che il fallimento della “Casa Comune Europea” di Gorbaciov sia stato “facilitato” dagli USA?

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Nel tardo 1980, in un periodo di grandi trasformazioni geopolitiche e della fine della Guerra Fredda, il segretario generale sovietico Michail Gorbaciov avanzò l’idea della “Casa comune europea”.
Questo progetto, che mirava a creare un’area di cooperazione e sicurezza condivisa tra l’Europa occidentale e l’Unione Sovietica, sembrava promettere un nuovo modello di convivenza internazionale. Tuttavia, una serie di dinamiche interne ed esterne contribuirono al suo rapido declino.

Oggi, alla luce delle tensioni transatlantiche esacerbate dalla guerra commerciale avviata dall’amministrazione Trump e dalla volontà degli Stati Uniti di rimodellare fino a dismettere la propria presenza in Europa – anche in ambito militare e di sicurezza – il caso della “Casa comune europea” offre interessanti spunti di riflessione.

Contesto Storico e il Progetto di Gorbaciov

Nel 1989, Gorbaciov si trovava a guidare una politica di riforme che mirava a modernizzare l’URSS e a ridisegnare i rapporti con l’Occidente. Il progetto della “Casa comune europea” intendeva superare il tradizionale schieramento bipolare, promuovendo un dialogo e una cooperazione che potessero garantire la sicurezza e lo sviluppo economico reciproco. L’idea si inseriva in un contesto di cambiamenti radicali, segnato dalla caduta del Muro di Berlino e dal crollo del sistema comunista in Europa orientale.

Fattori Interni: Resistenze e Crisi di Sistema

Uno degli ostacoli fondamentali al successo del progetto fu rappresentato dalla resistenza interna all’interno dell’Unione Sovietica.

  • Resistenza dei Conservatori: All’interno del partito e della burocrazia sovietica, i conservatori vedevano nel progetto un pericolo per l’equilibrio di potere tradizionale. La prospettiva di un maggiore scambio e condivisione di sovranità metteva a rischio il controllo centralizzato, fondamentale per la classe dirigente di allora.
  • Crisi del Sistema: Parallelamente, la rapidità dei cambiamenti – simbolizzata dalla caduta del Muro di Berlino – rese il progetto sempre meno attuale, poiché la dissoluzione stessa dell’URSS e il rinnovamento degli assetti politici europei spostarono l’attenzione su dinamiche ben diverse.

Fattori Esterni: Il Ruolo degli Stati Uniti

Al di là delle problematiche interne, il panorama internazionale giocò un ruolo determinante nel destino della “Casa comune europea”.

  • Opposizione degli Stati Uniti: Alcuni storici e analisti, tra cui Giuseppe Vacca e Leonardo Casalino, hanno suggerito che gli Stati Uniti non fossero favorevoli a un progetto che potesse portare a una maggiore autonomia europea. Un’Europa più coesa e meno dipendente dalla NATO avrebbe inevitabilmente ridotto l’influenza americana sul continente, un rischio non trascurabile nel contesto della Guerra Fredda.
  • Strategia di Contenimento: In quest’ottica, l’interesse degli USA sarebbe stato quello di mantenere una struttura transatlantica che consentisse di preservare il primato americano, anche a costo di ostacolare iniziative che potessero portare a un “svuotamento” strategico dell’alleanza euro-atlantica.

Le Opinioni Degli Storici e degli Analisti

Il dibattito sul fallimento della “Casa comune europea” è tuttora acceso tra gli studiosi.

  • Giuseppe Vacca e Leonardo Casalino: Questi analisti sostengono che gli Stati Uniti abbiano giocato un ruolo attivo nel fermare il progetto, consapevoli che una maggiore autonomia europea avrebbe potuto diminuire il controllo statunitense sulla sicurezza del continente.
  • Antonio Magliulo: Al contrario, Magliulo ritiene che il progetto soffrisse di ambizioni eccessive e di una base istituzionale debole, evidenziando che le difficoltà derivavano soprattutto dalle strutture politiche interne e dalla mancanza di un sostegno concreto, piuttosto che da un intervento diretto degli USA.

Risonanze con il Contesto Attuale: La Guerra Commerciale di Trump e il Futuro della Sicurezza Europea

Il passato offre spunti illuminanti per comprendere le dinamiche attuali.

  • Guerra Commerciale e Sicurezza: Durante l’amministrazione Trump, gli Stati Uniti hanno intrapreso una politica di scontro commerciale con l’Europa, ma anche di riconsiderazione dell’impegno militare all’interno della NATO. Queste mosse sono state interpretate da molti come un tentativo di costringere l’Europa a investire maggiormente nella propria sicurezza e, indirettamente, a indebolire un’alleanza che poteva tradursi in una crescente autonomia europea.
  • Strategia di “Abbandono”: Tale strategia, simile alla retorica dell’ex segretario dallo stesso Gorbaciov, mira a lasciare l’Europa “a sé stessa” per favorire la formazione di una struttura più indipendente – un’idea che, pur non essendo formalizzata, sembra risuonare con le dinamiche geopolitiche attuali.
  • Nuovo ordine geopolitico mondiale: La sensazione prevalente è che le tre grandi potenze (USA, Russia e Cina) stiano per accordarsi, più o meno apertamente, per dividere il mondo in tre aree d’influenza, mettendo in secondo ordine l’Europa.

In definitiva, il fallimento del progetto della “Casa comune europea” è il risultato di una complessa interazione di fattori interni ed esterni. Le resistenze all’interno dell’URSS, unite a una rapida evoluzione del panorama politico europeo, hanno reso difficile la realizzazione di un’idea ambiziosa. Parallelamente, il possibile intervento degli Stati Uniti, volto a preservare la propria influenza, ha aggiunto ulteriori pressioni su un progetto già fragile.

Le dinamiche che hanno contraddistinto quegli anni offrono spunti di riflessione anche per il presente, dove la politica transatlantica si confronta con nuove sfide: dalla guerra commerciale alle riforme della NATO, si assiste a un continuo tentativo di ridisegnare i confini della cooperazione e della sicurezza europea. In questo contesto, lo studio del fallimento della “Casa comune europea” risulta fondamentale per comprendere le delicate relazioni di potere che continuano a plasmare il nostro mondo.


Riferimenti Bibliografici

  1. Vacca, G. & Casalino, L. (2015). Gli Stati Uniti e la politica europea: Influenza e controllo. Roma: Editore Adriatica.
  2. Magliulo, A. (2017). Ambizioni e limiti: Il fallimento della Casa comune europea. Milano: FrancoAngeli.
  3. Gorbaciov, M. (1989). Lettere a una nuova Europa. Mosca: Progress Publishers.
  4. Kagan, R. (2009). La politica estera degli Stati Uniti. New York: Knopf.