CICCIANO-MARIGLIANO (Na) – Professore rischia licenziamento per il post contro la figlia della premier Meloni.

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Il Ministero dell’Istruzione ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti di S. A., docente di lingua tedesca presso un istituto superiore di Cicciano e residente a Marigliano, dopo la pubblicazione di un post sui social in cui augurava la morte alla figlia della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Il messaggio, poi cancellato, conteneva un riferimento diretto all’omicidio della giovane Martina Carbonaro, uccisa ad Afragola dall’ex fidanzato.

Il docente, che si avvia al termine della sua carriera scolastica, ha ammesso l’errore, definendo il post “un gesto scritto d’impulso e profondamente sbagliato”, aggiungendo – pare – che sia stato scritto da chatgpt.
Ha inoltre  chiarito di non aver mai fatto politica in classe, aggiungendo di essere impegnato nel volontariato e di aver sempre rispettato i valori dell’educazione.

La vicenda ha sollevato un’ondata di reazioni istituzionali. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha sottolineato che i docenti devono essere consapevoli della responsabilità connessa al loro ruolo, non solo nella trasmissione del sapere ma anche nell’educazione al rispetto. Ha ribadito l’importanza del decoro e della dignità nella professione docente, condannando i comportamenti che possono compromettere la credibilità dell’istituzione scolastica.

Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha fatto sentire la sua voce, esprimendo solidarietà alla premier Meloni per le minacce rivolte alla figlia.

Il professore ha inoltre dichiarato di essere stato oggetto di minacce e atti intimidatori dopo la diffusione del post, tra cui il lancio di ortaggi contro le finestre della propria abitazione. Ha sporto denuncia alla Polizia Postale e ha spiegato di aver cancellato il messaggio non per timore, ma per un’autonoma presa di coscienza.

Il docente rischia il licenziamento. L’Ufficio scolastico regionale ha infatti avviato un’istruttoria formale per valutare la gravità della condotta.

L’episodio ha rilanciato il dibattito sull’uso dei social da parte degli insegnanti e sulla necessità di un codice di condotta più stringente per il personale scolastico. In passato, altri casi simili hanno portato a provvedimenti disciplinari per comportamenti considerati inadeguati al ruolo.