La Candelora e la “Juta dei femminielli” a Montevergine, per la prima volta senza il maestro Colasurdo (con video).

Vladimir Luxuria alla mostra su Colasurdo
Cliccare sui pulsanti sotto per condividere. GRAZIE !



Quest’anno, la Festa della Candelora di Montevergine di Mercogliano (Av) è stata dedicata a Marcello Colasurdo (Vedi il filmato sotto), un grande interprete della tammurriata e della canzone tradizionale vesuviana, scomparso il 5 luglio scorso e molto legato a questa ricorrenza e al territorio irpino, al punto di essere stato insignito – come anche Vladimir Luxuria – della cittadinanza onorario di Mercogliano, dove quest’anno è stata allestita una mostra in suo onore, evento a cui ha partecipato anche l’Ente Parco del Partenio.

La festa della Candelora è un evento che unisce il sacro e il profano, segnando la fine dell’inverno e l’arrivo della primavera. Fin da tempi antichi, è un momento propizio per riti che invocano fertilità e fecondità, ed è legato anche a proverbi e previsioni meteorologiche.

Questa celebrazione cade il 2 febbraio, giorno in cui la Chiesa cattolica ricorda la presentazione di Gesù al tempio, avvenuta 40 giorni dopo la sua nascita, come prescritto dalla Legge giudaica per i primogeniti maschi. La festa è anche conosciuta come “Purificazione della Beata Vergine Maria” ed è osservata anche dalla Chiesa ortodossa e da diverse chiese protestanti. Ha radici molto antiche, nella tradizione popolare e nei riti pagani. Papa Gelasio I (492-496) ottenne dal Senato l’abolizione dei Lupercali pagani, da cui discende, che furono sostituiti dalla festa cristiana della Candelora. Nel VI secolo, l’evento fu anticipato al 2 febbraio da Giustiniano, data in cui si celebra ancora oggi.

Durante la celebrazione, si benedicono le candele, da cui deriva il termine Candelora. Esse  rappresentano il simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”, come il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempio di Gerusalemme. Con il tempo, la festività ha assunto sempre più un carattere mariano, richiamando la purificazione della Madonna.

Al Santuario di Montevergine questa festa assume un significato molto particolare. La Madonna di Montevergine, conosciuta come Mamma Schiavona, è una Madonna “inclusiva” e non convenzionale: è di pelle nera, ha fattezze orientali ed è particolarmente amata anche dalle comunità di “femminielli” e persone LGBTQ+

Il 2 febbraio di ogni anno si celebra, infatti, la “Juta dei Femminielli”: dall’area napoletana e da altre zone della Campania (e non solo), molti omosessuali rendono omaggio alla “loro” Madonna, per pregare e ricevere la benedizione della “Mamma Schiavona”. Il legame con i femminielli risale a tempi molto antichi. Secondo un’antica leggenda, nel 1256, due ragazzi di sesso maschile, dopo essere stati scoperti in atteggiamenti amorosi, furono condotti nel bosco del Monte Partenio, dove sorge il santuario di Montevergine, legati nudi e lasciati a morire. Ma l’amorevole Madonna di Montevergine ebbe pietà di loro e li liberò.

 

 

Ringraziamo i Vigili del Fuoco di Avellino che ci hanno fornito il seguente filmato: