
Nei Campi Flegrei, dove sono ritenuti probabili anche terremoti fino a 5 gradi Richter, continuano a succedersi scosse sismiche significative. Quella delle 15:30 di oggi ha raggiunto una magnitudo di 3.9 gradi Richer, risultando la scossa più forte degli ultimi sette mesi.
La più intensa della crisi bradisismica in corso si è avuta il 20 maggio scorso, con una magnitudo 4,4 seguita da quella di 4,0 del 26 luglio 2024.
Essendo la scala Richter una scala logaritmica (in cui ogni valore intero successivo è 10 volte maggiore del precedente) la scossasi evince che sono ritenute compatibili con l’andamento bradisismico attuale anche scosse circa 10 volte più intense di quella di oggi, che di sicuro provocherebbe danni seri agli edifici.
L’ipocentro della scossa odierna è stato calcolato tra i 2 e i 3 chilometri di profondità.
Il fenomeno che caratterizza l’area, al centro della quale si trova la Solfatara di Pozzuoli, il bradisismo (letteralmente, terremoto lento) che alterna periodi di abbassamento graduale a periodi di sollevamento più rapido, spesso accompagnati da terremoti superficiali di lieve e media entità.
Dal 2005, i Campi Flegrei stanno vivendo una nuova fase di innalzamento della caldera, con un aumento della frequenza dei terremoti a partire dal 2023.
Nel 2024, al terremoto del 20 maggio, è seguito da un decreto ministeriale per la protezione civile che ha autorizzato la mobilitazione straordinaria del Servizio nazionale di protezione civile. Questi interventi hanno permesso di avviare gli inizi di soccorso e assistenza alla popolazione colpita.
Le autorità locali e il Sistema di protezione civile continuano a monitorare attentamente la situazione, intensificando le attività di monitoraggio del vulcano e potenziando le misure di prevenzione. Nonostante la frequenza delle scosse, al momento non si registrano danni significativi né si prevedono eventi eruttivi nell’immediato, nonostante alcuni segnali (come il cambiamento del chimismo dei gas emessi) potrebbero indicare una risalita del magma.
Alcuni esperti raccomandano, tuttavia, di prevedere più efficienti e razionali “vie di fuga” in caso di intensificazioni al momento impreviste e imprevedibili.