ATRIPALDA – Riprendono gli scavi della UNISA nel Parco Archeologico di Abellinum

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Oggi è ufficialmente ripartita la Campagna di Scavi nel Parco archeologico di Abellinum, situato nel cuore dell’odierna Atripalda (AV), con l’obiettivo di approfondire la conoscenza storica e urbanistica del sito antico.
Coordinata dalla professoressa Daniela Musmeci e dal professor Alfonso Santoriello, in stretta sinergia con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino, la Direzione regionale Musei Campania, l’Università degli Studi di Salerno (Dipartimento DiSPaC) e l’amministrazione comunale di Atripalda, la campagna coinvolge ogni anno studenti e studentesse dell’Ateneo, i quali, insieme ai docenti, operano attivamente per garantire non solo la conservazione ma anche la fruibilità delle strutture emergenti, in massima armonia con il patrimonio storico e culturale del territorio.

Il 30 giugno scorso sono cominciate le prime fasi operative, con la presenza in media di quindici studenti, affiancati dal professor Santoriello, dalla dottoressa Musmeci e dal dottor Radaelli, impegnati in turni intensivi di scavo che si protrarranno fino alla prima settimana di agosto.
Tali attività, suddivise in due turni (dal 30–18 luglio e dal 14 luglio al 1 agosto), si svolgono presso il complesso monumentale di San Pasquale, dove agli studenti vengono forniti vitto e alloggio grazie alla convenzione comunale.

Questa campagna non rappresenta un evento isolato: già negli scorsi anni il progetto “Abellinum. Piano per la conoscenza, la tutela e la valorizzazione dell’antico centro irpino” aveva promosso ricerche pluriennali che hanno dato frutti importanti. Dopo campagne iniziali condotte fra il 2021 e il 2022, che hanno portato alla luce un segmento del decumano e sei ambienti disallineati, oltre a un grande edificio databile alla prima età imperiale con successive rioccupazioni in età tardo-antica, l’attuale fase si pone il duplice obiettivo di integrare queste scoperte con nuove evidenze, monitorando le fasi di occupazione dell’area.

Il programma, ideato dal professor Santoriello e supportato da una rete interdipartimentale – con contributi da Dipartimenti di Agraria, Farmacia, Ingegneria Civile e del Centro ICT per i Beni Culturali – ha finora valorizzato un approccio integrato: dalla ricognizione topografica e geomorfologica, all’uso di tecnologie avanzate come rilievo fotogrammetrico, laser‑scanning e analisi floristico‑vegetazionali, fino alle analisi geologiche e matrici archeometriche.

La frequente partecipazione degli studenti – strutturata con moduli formativi sul campo, teorici e pratici – testimonia l’impronta didattica e comunitaria del progetto: dagli studi preliminari sulle metodologie di scavo, alla stesura della documentazione schedografica, dalla classificazione dei reperti all’esperienza concreta nell’area, ogni fase ha l’obiettivo di formare nuove figure professionali e trasmettere competenze spentali sul territorio .

Va inoltre ricordato il percorso culminato con il laboratorio didattico organizzato durante le Giornate Europee dell’Archeologia, lo scorso 13 giugno: un’iniziativa aperta alla partecipazione pubblica, con simulazioni di scavo, rilievo, documentazione e decorazione, che ha saputo avvicinare la cittadinanza – ragazzi, famiglie, appassionati – alla realtà delle ricerche in corso.
L’Area archeologica e il Palazzo della Dogana dei Grani erano stati aperti al pubblico per l’intera mattina, con visite guidate a cura dello staff del DiSPaC.

Nel quadro complessivo, emerge un progetto che ambisce non solo a ricostruire l’impianto urbano dell’antica Abellinum – con il recupero di strade principali e domus – ma anche a proporre un modello di “ecosistema culturale”, in cui territorio, comunità, formazione e ricerca operano in coordinamento per stimolare nuove forme di sviluppo culturale e turistico.

Il nuovo turno di scavi, le scoperte in atto, la forte presenza formativa e il coinvolgimento civico confermano quanto il progetto abbi già consolidato un impatto tangibile sul piano scientifico e sociale. L’obiettivo di recuperare strutture – mura, domus, frammenti di vita quotidiana – non come reperti isolati, ma come tappe di un percorso identitario e territoriale, trova concretezza nella campagna attuale, che rappresenta un capitolo fondamentale e promettente.

A novembre 2024 e nel luglio 2023, nuove aree del parco archeologico erano già state interessate da scavi: in particolare si erano indagate una seconda domus, riportata in luce a fine luglio 2024, e un edificio monumentale di età imperiale alle residenze universitarie di Fisciano, testimonianze che hanno contribuito ad arricchire la conoscenza complessiva del sito dispac.unisa.it.

Le giornate previste per il prossimo mese saranno dunque decisive per integrare queste testimonianze, perfezionare la lettura stratigrafica dell’area e avviare eventuali azioni di restauro, tutela e valorizzazione, anche in previsione di futuri finanziamenti regionali, nazionali e internazionali.

In questo senso, la campagna 2025 si presenta come una tappa centrale di un percorso avviato ormai da più di quattro anni, unendo competenza scientifica, formazione universitaria, partecipazione comunitaria e visione strategica per un patrimonio storico di straordinaria rilevanza quale Abellinum.


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