Altavilla Irpina. Il 18 agosto ritorna “Il Palio dell’anguria”: corteo storico e corsa degli asinelli. (I nostri approfondimenti).

Allegato: il nostro approfondimento storico-folkloristico

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Comunicato della Pro Loco Altavillese

Si comunica che: Dal 1979, il 18 agosto di ogni anno, Altavilla Irpina vive una delle manifestazioni storiche più importanti del Meridione d’Italia: il Palio dell’Anguria. L’evento rievoca, con un corteo storico composto da 200 figuranti, un pezzo di storia a cavallo tra il XIV e il XV secolo: il passaggio nel borgo irpino della regina di Napoli Costanza di Chiaramonte, ripudiata dal re Ladislao della casata d’Angiò Durazzo. La giovane regina venne, infatti, data in seconde nozze al feudatario di molte terre tra Campania e Molise, Andrea de Capua conte di Altavilla e principe di Riccia. Momento clou della giornata è la tradizionale corsa degli asini, cavalcati a pelo, lungo un percorso preparato ad hoc per l’occasione. Nella batteria finale, i fantini dovranno oltrepassare il traguardo tenendo sotto il braccio una anguria, che dovrà essere poi deposta ai piedi della regina. Ma chi interpreterà il ruolo della regina, vesti che in passato hanno indossato volti noti della televisione come Barbara de Palma e Serena Autieri? Per scoprirlo non ci resta che andare ad Altavilla Irpina il 18 agosto 2023 dalle ore 17:00 per il giorno più bello, il giorno più lungo, il giorno del Palio dell’Anguria!

 

Il nostro approfondimento

Altavilla Irpina è famosa per la tradizionale sfilata dei “battenti” o “fujenti”, che a partire dal 1780 si svolge il 24 agosto, in occasione dei festeggiamenti patronali in onore di San Pellegrino martire.

Durante questa ricorrenza, migliaia di devoti vestiti di bianco e di una fascia rossa tramandata da padre in figlio, percorrono sotto il sole cocente e a piedi nudi, battendo i piedi sotto il sole cocente il bel corso della cittadina portando fiori e ceri al Santo Patrono.

Il culto di San Pellegrino è diffuso oltre che ad Altavilla Irpina, in altri comuni della Provincia di Avellino e della Città Metropolitana di Napoli. Non a caso, l’evento altavillese richiama altre otto squadre di Battenti, provenienti da: Avella, Baiano, Manocalzati, Montefredane, Mugnano del Cardinale, Avellino (frazione Picarelli), Quadrelle, Roccarainola, Sirignano e Summonte (frazione Starze).

A questa importante tradizione religiosa, nel 1979, grazie all’iniziativa dell’emittente radiofonica locale “Radio Studio S.E.I.”, se ne è aggiunta un’altra, forse meno blasonata ma di certo più divertente, denominata “Il palio dell’anguria”, che è giunta quest’anno alla 42ma edizione. La manifestazione si

Per l’occasione, l’ampio e lungo viale trasformato in pista, transennata e ricoperta di terra. A correre, però, non sono i cavalli, come avviene nel più famoso Palio di Siena, ma dei simpatici e recalcitranti asinelli! Sempreché i caparbi quadrupedi, abbiano voglia di correre!

La corsa, che ogni anno richiama da tutta la regione migliaia di visitatori, è preceduta da un sontuoso corteo storico composto da circa 200 figuranti in curatissimi abiti d’epoca che sfila lungo un itinerario riccamente addobbato con suggestivi vessilli medioevali.

(Per gentile concessione di Antonia Di Nardo)

Il corteo viene aperto dagli sbandieratori e chiuso dalla compagnia dei trombonieri, il cui compito principale pare essere quello di assordare tutti gli spettatori con i fragorosi colpi dei loro tromboni ad avancarica.

La suggestiva rievocazione storica si basa su una leggenda che narra delle vicissitudini di Costanza di Chiaromonte, Regina di Napoli, che fu ripudiata dal primo marito, Ladislao d’Angiò, e poi da questo dato in moglie ad Andrea de Capua, Conte di Altavilla. Ove i due sposi soggiornarono prima di trasferirsi a Riccia, nel Molise. L’episodio pare avere una base storica, in quanto nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Riccia (paese con il quale Altavilla Irpina è gemellata) è posta una lapide che ricorda il luogo di sepoltura degli sposi Andrea e Costanza di Altavilla.

Una replica di “trombone” realizzato dall’artista e artigiano speronese Stefano Lippiello (cliccare sull’immagine per il link al sito).

Alla corsa partecipano, oltre a un “binomio” (coppia asino e fantino) di Riccia, asini e fantini provenienti sia dalla stessa Altavilla che dai paesi vicini.

La gara per la conquista del palio è preceduta da una serie di batterie eliminatorie e soltanto nella corsa “finale” i fantini porteranno sotto il braccio una grossa anguria  cercando di portarla, per primi e del tutto integra, ai piedi della regina Costanza (solitamente scelta tra le figuranti di più gradevole e nobile aspetto) per ricevere un bacio e un altrettanto gradito premio in denaro.

L’ultima gara è quella più attesa ed esilarante e la più attesa. Il dover trasportare la grossa e scivolosa anguria sotto a un braccio, tenendosi alle redini solo con una mano, continuando a scalciare l’animale per farlo procedere speditamente, costringe spesso il fantino ad assumere posizioni ridicole, oltre che precarie, con il continuo rischio di essere disarcionato, nonostante egli cerchi in tutti i modi di rimanere attaccato al dorso dell’asino, più tenacemente di un politico di carriera alla sia poltrona!

Ma i simpatici asinelli non sono facili da controllare: già alla partenza sono trattenuti dietro al “canapo” (il cordone della linea di partenza) con grosse difficoltà dai seppur robusti assistenti, continuamente esposti al rischio di essere scalciati. Una volta partiti – quando e se partono – mentre alcuni procedono speditamente altri, tentano di disarcionare il politico (pardon, il fantino) sul loro dorso e, barcollando paurosamente di dirigono verso le transenne. Alla fine, incitati dal pubblico vociante, quasi tutti ripartono e percorrendo in andata e ritorno, per circa un chilometro, la “rambla” altavillese. Talvolta, capita che qualche asinello si fermi del tutto e che non voglia più saperne di ripartire. Per cui il fantino appiedato è costretto a trascinarlo appresso verso l’uscita, tirandolo per le briglie, tra gli applausi del pubblico (non si sa bene se di incoraggiamento verso il fantino o di solidarietà verso il ciuchino).

Le parti più divertenti rimangono, comunque, quelle in cui o la grossa anguria si sfila dal braccio del fantino e si spiaccica a terra oppure il recalcitrante asinello riesce a liberarsi del fantino.

Qualche intellettuale vorrebbe riconoscere in questa manifestazione una metafora socio-politica ed esistenziale ma, per la gran parte degli spettatori, il “Palio dell’anguria” rimane essenzialmente un divertentissimo spettacolo da non perdere.

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