Quante volte ci siamo chiesti se il nostro amico a quattro zampe potesse davvero “parlare”? Oggi, grazie a una serie di progetti che utilizzano l’intelligenza artificiale per decifrare i vocalizzi di cetacei e ungulati, la barriera tra uomo e animale sembra sul punto di cadere,
Il 14 aprile 2025 Google, il Wild Dolphin Project (WDP) e il Georgia Institute of Technology, hanno presentato DolphinGemma, un modello di IA addestrato su 40 anni di registrazioni audio di stenelle maculate atlantiche (delfini della specie Stenella frontalis).
Basato sulla tecnologia SoundStream, il sistema individua schemi ricorrenti nei click e nei fischi, ne predice la successione e può essere eseguito in mobilità su un Pixel 9, potenziando il lavoro dei ricercatori in mare aperto (Smithsonian Magazine). Google annuncia il rilascio open source del modello per l’estate 2025, auspicando che possa estendersi allo studio di altre specie di cetacei (Ars Technica).
Parallelamente, il progetto CHAT (Cetacean Hearing Augmentation Telemetry) mira a stabilire un linguaggio elementare bidirezionale: grazie a idrofoni e wearable device, gli sperimentatori propongono suoni sintetici associati a oggetti graditi ai delfini e attendono risposte sonore simili per richiamare quegli stessi oggetti.
Un recente studio rilanciato da People.com il 25 aprile 2025 ha documentato come alcuni esemplari di delfini atlantici riescano a emettere vocalizzazioni che riproducono le vocali umane “A, E, O, U”. Il risultato, firmato da Jack Kassewitz, suggerisce una capacità di mimica acustica finora sottovalutata e rafforza l’idea che l’interazione interspecie non sia più fantascienza (People.com).
Dall’altra parte del pianeta, l’Università di Copenhagen ha dimostrato che un modello di machine learning può distinguere emozioni positive e negative in sette specie di ungulati (mucche, maiali, cinghiali e altri), analizzando migliaia di vocalizzazioni.
Con un’accuratezza dell’89,49%, lo studio apre la strada a strumenti di monitoraggio in tempo reale per il benessere animale (www1.bio.ku.dkPhys.org).
Tra open source e sfide etiche, il silenzio della natura si trasforma in un coro di dati pronti a rivelarci pensieri e sentimenti degli “altri” del regno animale. Quale sarà il prossimo passo? Forse, un saluto “ciao” in perfetto delfinese.