Parco del Partenio – L’inutilità del cartello “crocifisso”…

L'opinione

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A pensarci bene, e soprattutto se si è ritornati da poco dal Trentino (ma anche dalla Sila o dalla Foresta Umbra), imbattersi in un cartello del genere provoca un certo stupore che, a seconda del temperamento individuale, può assumere i connotati della commozione, dell’ilarità o, perfino, della rabbia.

Il cartello è stato inchiodato, come crocifisso, sul tronco di un albero di faggio posto lungo la strada che da Campo di Spina conduce verso Campo maggiore.

Il cartello, nei contenuti, riguarda un divieto sicuramente condivisibile (ovvero, il divieto di transito in mountain bike, motocross, e fuoristrada nell’area protetta), ma ciò che lascia perplessi è la forma adottata per rendere noto tale giusto divieto.

Innanzitutto, fissare il cartello inchiodandolo su un essere vivente non sembra molto riguardoso (e non trova riscontro nelle altre località prima citate).  Altrove, infatti, i cartelli sono fissati con tanto di paletti o di edicole dedicate, generalmente in legno e – soprattutto – ben visibili.

Oltre a ciò, sembra che sul luogo non vi siano altri cartelli. Oppure, se vi sono e visto che non si riesce a vederli, di certo non sono utili allo scopo. Eppure, sarebbe utile salvaguardare meglio sia i boschi che tutto il perimetro di Campo Maggiore, perché è noto che nel laghetto vanno a deporre le uova non solo il rospo comune ma anche il rospo smeraldino.

Quindi, il problema del disturbo ecologico causati soprattutto da quad e motocross andrebbe meglio contrastato, oltre che con cartelli meglio e più ecologicamente posizionati e visibili anche installando qualche fototrappola ben mimetizzata in grado di cogliere sia informazioni naturalistiche sia di individuare i trasgressori, responsabili della devastazione di alcuni tratti di suolo e di danni ecologici, e sanzionarli.