Mugnano del Cardinale (Av) – La suggestiva sfilata dei “battenti di Santa Filomena” tra fede, folklore e considerazioni “antropologiche”. (Con foto e video)

una tradizione che si rinnova

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Anche quest’anno si è rinnovata, a Mugnano del Cardinale, la bellissima sfilata dei “battenti”. Questa tradizione, molto sentita dai mugnanesi, risale al 1934, quando un gruppo di persone, in segno di penitenza e di devozione verso Santa Filomena, decisero di dare inizio a questa manifestazione votiva, già presente, seppure con modalità diverse in altre aree del Meridione d’Italia.

Contrariamene a quanto farebbe pensare il nome, i battenti mugnanesi (intelligentemente) non si “battono” affatto, come invece fanno i “’fujénti” oppure i “battenti” e i “flagellanti” di altre zone (nda: Per esempio, a Guardia Sanframondi, in provincia di Benevento, nei cosiddetti “riti settennali”, i battenti si autopercuotono con una “disciplina” a tre corde, e i flagellanti si battono il petto con la cosiddetta “spugna di sughero” piena di spilli).

I fedeli mugnanesi sono molto più solari, e il loro forte sentimento di devozione si esprime attraverso una marcia di 10 chilometri, effettuata senza mai interrompere il passo, a piedi scalzi, sull’asfalto bollente e sotto il sole rovente.

Inoltre, alcuni di loro portano in dono alla Santa dei grossi ceri, dalla cui dimensione si può intuire la grandezza della marachella di cui farsi perdonare o la difficoltà della grazia richiesta o già ottenuta.

Si tratta di un colorito miscuglio tra sacro e profano che, talora, assume interessanti aspetti sociologici e antropologici che andrebbero meglio analizzati.

 

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Prendono parte a questa manifestazione persone di ogni età, di ogni sesso e di ogni estrazione sociale; lo studente, l’operaio, il politico, il collaboratore ecologico e, perfino, «…
qualche piccolo delinquente che –mentre prepara un’altra malefatta, spera, con questa performance “atletico-metafisica” di farsi perdonare di quelle precedenti».

Ma, in definitiva, ciò che la maggior parte dei partecipanti  ricerca è, presumibilmente, il senso di appartenenza, l’aggregazione con la propria comunità e – soprattutto – l’armonia con sé stessi e con gli altri, trascendendo gli aspetti egoistici e affidando pene e speranze alla misericordia del Divino.

Partecipano al rito anche alcuni vecchietti, che nei giorni normali si aiutano col bastone, ragazzi e ragazze nel pieno del loro vigore fisico e –solo per poche decine di metri – minuscoli bambini, anche di pochi mesi- portati teneramente in braccio dai loro sudatissimi papà o dalle più compìte mamme.

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Il punto di partenza della “sfilata dei battenti” di Mugnano del Cardinale è l’arco di Cimitile, la cittadina del nolano sede delle Basiliche Paleocristiane, che simboleggiano il martirio.

Ogni gruppo di battenti è guidato da un capo-battenti (‘o cap’ vattient’) che, suonando un corno simile quelli usati nelle battute di caccia,  dà l’avvio alla marcia, al grido “A nnom ‘e Santa Filumena… Vivi o muort’… tutt’a Mugnano  (nda: “In nome di Santa Filomena, vivi o morti, tutti a Mugnano)

I fedeli che intraprendono questa marcia sono attualmente suddivisi in tre squadre, di cui la prima è quella più numerose.  Indossano pantaloni e maglie bianche (che rappresentano la purezza virginea della Santa Bambina) e una fascia rossa (che simboleggia il martirio di Santa Filomena) recante la scritta “S.F.” o “S.Ph.”, in latino, che viene annodata sul fianco destro o sinistro a seconda della fila che il battente prenderà sulla Nazionale.

Lo spettacolo è davvero suggestivo: un vero e proprio sciame di persone (oltre un migliaio) percorrono la strada Nazionale disponendosi su due file, una per lato della strada, intervallate da un “tosello” o “dosello” (un’effige, statua o dipinto, addobbato a festa e adornato con nastri) e accompagnati dai comandi del corno e dalla musica di una piccola banda.

Ai battenti della prima squadra, prima di giungere al quartiere “Cardinale”, si accoda la cosiddetta “barca” (un quadro di Santa Filomena posto su una piattaforma abbellita da colonne e nastri), portata a spalla da alcuni battenti che, a differenza di tutti gli altri, indossano fasce azzurre.

Appena i primi battenti giungono al “ponticello” del Cardinale, viene sparata una prima scarica di fuochi pirotecnici a cui fa seguito una seconda salva di colpi.

Giunti al santuario, i battenti si inginocchiano per qualche minuto, per mostrare devozione alla Santa, per poi proseguire in ginocchio fino all’urna della martire dove depongono ceri e fiori.

A una certa distanza giunge la “seconda squadra” seguita poco dopo dalla “terza squadra”.

La marcia votiva si conclude verso mezzogiorno ed è seguita dalla celebrazione della Santa Messa.

 

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Generalmente, già in mattinata, verso le nove, giungono a Mugnano i battenti di San Pellegrino, da Altavilla Irpina, ai quali si aggrega la squadra di battenti che proviene dal Rione Picarelli di Avellino. E, dopo di loro, quelli di Bitonto (Bari).

Negli ultimi anni, i battenti di Altavilla Irpina, in cui si venera San Pellegrino, hanno arricchito la coreografia, portando sulle spalle -per la salita dello “stradone”- una piattaforma con sopra una ragazzina di dodici-tredici anni, che rappresenta Santa Filomena (la Santa Bambina).

I battenti di Santa Filomena, a loro volta, ricambiano la visita a  San Pellegrino, il 24 agosto.

Ad Altavilla Irpina, entrano  prima i battenti Mugnano del Cardinale, poi le due compagnie provenienti da Avella, seguite da quelle di Roccarainola, di Manocalzati, e, per ultima, da quella di Altavilla.

Quest’anno, la seconda squadra ha proposto anche alcuni figuranti rappresentati, in costumi d’epoca, personaggi del Martirio di Santa Filomena (vedi i filmato in fondo all’articolo).

La devozione per Santa Filomena è così grande che, tutti gli anni, i mugnanesi sparsi in tutto il mondo, fanno l’impossibile per essere presenti ai suoi festeggiamenti.