Che il Castello di Avella fosse un posto magico molti lo sapevano già. Ma molti altri, forse, non avevano idea delle potenzialità di quel luogo come set di un concerto. Ieri, 2 giugno 2024, la prova del Comune di Avella nell’ambito del progetto mandamentale “Animus et Ignis”, finanziato dalla Regione Campania, è stata superata: migliaia di persone hanno saltato e cantato coinvolte dalla trascinante energia di Clementino, uno dei più importanti artisti del panorama rap italiano.
Definirlo solo rapper, però, sarebbe riduttivo. Clemente Maccaro, classe 1982, cresciuto tra Cimitile e Nolayork (come lui spesso scherzosamente definisce la città dei Gigli), è un artista a 360 gradi.
Cresciuto in una famiglia completamente immersa nel teatro e nella musica, si è laureato in recitazione con il massimo dei voti. Questa sua teatralità viene sprigionata sempre nelle performance live, in cui riesce a trovare il giusto equilibrio tra memoria, modulazione della voce, contatto con il pubblico e interpretazione del testo.
Ieri, nella suggestiva cornice avellana, oltre alle sue hit, ha sfoggiato anche quella che è sicuramente una delle abilità che più lo caratterizzano: l’improvvisazione in rima. Il freestyler nolano, dopo aver dedicato simpatici versi di ringraziamento e saluto alla città di Avella e ai Comuni limitrofi, ha invitato due ragazzi a sfidarlo a colpi di rime in una battle.
L’ha ovviamente fatto per dimostrare la padronanza assoluta dei suoi mezzi tecnici (le parole) e ci è riuscito. I ragazzi, inesperti, sono stati a dir poco disintegrati verbalmente. Traumatizzati, probabilmente, non usciranno più di casa almeno per i prossimi tre mesi (si scherza).
Clementino, però, con i suoi virtuosismi rap si è macchiato di hybris, la tracotanza che gli dei dell’Olimpo mal sopportano. Per farsi perdonare, è sceso tra la folla ad intonare con il pubblico uno de suoi maggiori successi, “O vient”. Ma non è bastato.
Gli dei gli hanno scatenato Giove Pluvio come vendetta. La pioggia, infatti, ha bagnato il concerto per quasi tutto il tempo, minacciando anche di interromperlo, per eventuali danni agli impianti.
Ma i discepoli fan del rapper non si sono affatto persi d’animo. Saggi ambasciatori del Peace and Love, hanno fatto propria la filosofia di Gandhi e hanno deciso di non aspettare la fine della tempesta ma di imparare a ballare sotto la pioggia.
E così è andata fino alla fine della serata, verso la mezzanotte, quando la perfetta e corale organizzazione ha accompagnato con delle navette i fan, bagnati e felici, giù in paese.
(Valeria Lippiello)
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