La bella iniziativa, organizzata dalla Pro Loco Sant’Andrea Sirignano con il patrocinio del Comune di Sirignano, si è tenuta ieri sera presso il Palazzo Caravita di Sirignano, in piazza principessa Rosa, e ha visto la partecipazione di un pubblico molto interessato alle tradizioni locali e alle potenzialità di sviluppo di un territorio che si va sempre più spopolando.
Dopo i saluti istituzionali del Consigliere comunale Pellegrino Peluso e del Presidente della Pro Loco Domenico Lippiello, si sono susseguiti gli interventi dello storico locale prof. Pasquale Colucci, del cultore di storia locale Roberto D’Agnese e dell’archeologa Francesca Miro, magistralmente moderati dalla giornalista Stella Colucci.
Si è trattato di un utile e piacevole momento di riflessione e di approfondimento con cui si è tentato di far luce su alcuni aspetti che contraddistinguono la tradizione, esclusivamente Sirignanese, denominata “Natale piccirill” (ndr: Piccolo Natale), al quale la nostra testata giornalistica ha già dedicato un precedente articolo di approfondimento.
Il prof. Pasquale Colucci, autore di numerosi e apprezzati libri sulla storia locale del comprensorio baianese, nonché curatore di una nostra apprezzata rubrica, con il rigore storico che lo contraddistingue, ha illustrato ai presenti le presumibili origini della caratteristica tradizione sirignanese, chiarendo come su di essa non esistano documentazioni scritte e che le uniche informazioni giunte fino a noi derivino esclusivamente da trasmissioni orali. È accertato, tuttavia, che questa singolare tradizione – consistente in una “replica anticipata” del cenone natalizio in occasione della festa patronale in onore di Sant’Andrea Apostolo – si tramandi quantomeno dagli anni venti del secolo scorso, quando venne introdotta (ndr: o, secondo altri, reintrodotta) dal parroco don Francesco Fiordelisi.
Roberto D’Agnese, cultore di tradizioni locali, ha sottolineato come l’originalissima tradizione del “Natale piccirill” possegga tutte le caratteristiche di potente attrattore turistico purché, senza giungere a snaturarla, si trovi il modo di aggiornarla affiancando ad essa altre iniziative capaci di attrarre i giovani.
Francesca Miro, archeologa, che ha trattato del “Natale piccirill” nella sua tesi di laurea, ha messo in evidenza l’importanza della memoria e del ravvivamento delle tradizioni per il mantenimento dell’identità culturale delle popolazioni.
Alla fine dell’interessante e coinvolgente convegno è intervenuto don Justine D. Raj, parroco di Sirignano, che ha ricordato ai presenti che già l’anno scorso, la parrocchia di Sant’Andrea ha affiancato alla tradizione sirignanese prima accennata un “pranzo dell’accoglienza” a cui possono partecipare i circa 105 “non cittadini italiani” che abitano e lavorano a Sirignano.
Il filo conduttore, con cui il parroco vorrebbe legare questa sua bella iniziativa alla tradizione del “Natale piccirill”, sarebbe costituito dal fatto che – quando erano soprattutto gli italiani a emigrare – essi facevano il possibile per tornare a Sirignano in occasione della festa di Sant’Andrea per festeggiare il “Natale piccirill” e ritrovarsi a casa propria e nel caldo clima familiare: perciò adesso, offrendo agli immigrati un “pranzo dell’accoglienza” si cerca, in qualche modo, di far vivere anche ad essi un clima accogliente e, per quanto possibile, familiare.
Alla fine del riuscito convegno, gli organizzatori hanno offerto a relatori e spettatori un ricco buffet.
Pranzo dell’accoglienza presso la Chiesa di Sant’Andrea Apostolo (foto di repertorio).
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