A Dio Maurizio Costanzo.
Se ho amato il “mestieraccio” ,questo lavoro, lo devo anche a lui. Non l’ho conosciuto, personalmente. E me ne dolgo. Ma l’ho adorato. Come hanno e/o dovrebbero, fare tutti quelli dell’ambito giornalistico.
Giovane virgulto, io, emigrato nelle brume milanesi , per inseguire il sogno della professione, mi sono trovato a frequentare la scuola di giornalismo. Di quei tempi andava di moda, e quello ci insegnavano, praticare la comunicazione d’assalto. Non ero portato. Allora come ora. Più a mio agio, intravedevo invece, una attività alquanto sobria. Pertanto, scrutando l’orizzonte, mi sono imbattuto nel mio modello preferito. Interpretato da un autentico mostro sacro. Maurizio Costanzo praticava l’ironia. Saggia, talvolta velenosa. Così mi piaceva. Allora ho iniziato a seguirlo, e studiarlo. Non ho perso nulla della sua sconfinata produzione. Ho imparato a conoscerlo. Alcune volte a prevederlo. E mai riuscito, ahimè, ad emularlo. Mai copiato però.
Le sue seconde serate del Maurizio Costanzo Show, imperdibili, mi hanno, ampiamente insegnato molto più che non l’accademia. Capii, col tempo, frequentandolo nell’etere, che cercava gente nuova, con stili nuovi. Quante notti insonni a trovare un originale motivo, per me. Poi il lampo. Perché non proporre il giornalista scostumato? Fino ad allora profilo, assolutamente, inedito. Era ancora tempo di figure ingessate. Così mi candidai. Mi sembrava dovuto. Soprattutto per la, allora, mia, troppo giovane età. Forzando la naturale ritrosia di cambio carattere. A distanza di pochi giorni fui contattato dalla sua redazione. Mi spiegarono che proprio un personaggio così cercavano, e lo avevano, anche, da poco trovato. Non era un giornalista, ma un critico d’arte. Certamente il miglior comunicatore possibile. Ho assistito alla favolosa carriera, strameritata, del suddetto. Qualità che il sottoscritto non poteva avere. E sostenere. L’esemplare in questione, ha sempre espresso un italiano divino. Sfida impari per chiunque. Però che occhio il baffo nazionale. Sentiva l’odore del successo di chi gli stava accanto. Sempre.
Abbiamo, oggi, perso un uomo-personaggio senza eguali. Ha inventato e scoperto. Creato e cesellato. Romanzato e rivelato. Ha scoperchiato ed esplorato tutto ciò che attenesse all’intelligenza. È stato indagato, insultato, dileggiato e persino attentato. Ma lui c’era e resisteva, comunque. Ha regalato molti sorrisi. Tanti sogni e speranze. Anche a me. Pure se di straforo. Mai e poi mai si potrà ripetere l’ingegno. Quello come il suo. Conserviamolo nei ricordi. Anche così tornerà utile. Un meraviglioso ed unico pezzo, del genio italico. Sei stato grande! E resterai tale.
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