Può essere un albero considerato un monumento? Sì. Lo prevede la legge 10 del 2013 che deputa il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali alla custodia dell’elenco nazionale degli alberi monumentali.
Chiunque venga sorpreso illegalmente a danneggiare o ad abbattere questi alberi può essere soggetto a una pesante sanzione fino a 100.000 euro. Spesso gli alberi hanno storie avvincenti, miti e leggende sulla loro crescita così straordinaria e in luoghi così diversi fra loro.
Una storia narra che il cipresso di San Francesco, vecchio di 800 anni, nacque quando San Francesco d’Assisi ritornò da una passeggiata con un bastone di cui non aveva più bisogno e che quindi provò a bruciare. Il bastone sfrigolò ma non prese fuoco quindi il frate decise di piantarlo come se fosse un albero, dicendo: “Se non vuoi bruciare, allora cresci!”
A Mugnano Del Cardinale, precisamente in località Litto e Campo di Spina, sono stati riconosciuti i primi due alberi di faggio monumentali con più di 100 anni. Hanno una circonferenza di circa 400 cm e sono altri più di 30 metri. Le nostre riserve montane conservano un valore storico ambientale inestimabile, vanno protette e tutelate a tutti i costi. Dobbiamo cercare di nuovo di alzare l’attenzione sulla video sorveglianza e su tutte quelle azioni e buone pratiche di tutela ambientale.
Grazie al Dott. Agronomo Zaccaria Ferdinando e i suoi collaboratori per il suo lavoro, per la sua passione e determinazione. Con la speranza di poter certificare in futuro altri alberi monumentali, sia nel territorio di Mugnano che in tutta l’area Baianese.
Le parole del dottor Zaccaria: “Sicuramente ci sono tanti alberi monumentali ancora da rilevare, ma più che un lavoro è un enorme piacere e passione fare queste scoperte. Solo per essere precisi, in località Litto si parla di gruppo di alberi (3 faggi). Ringrazio Voi amanti dell’ambiente che riuscite a dare il giusto valore a questi aspetti ambientali. PS ora è importante salvaguardare questi alberi ricordando che su di essi non è consentito intervenire senza autorizzazioni da parte della Regione Campania e dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle Foreste. In Regione Campania ho il piacere di interfacciarmi con persone professionalmente preparate e disponibili, molto più appassionati di me, per questo i risultati sono questi. Resto con piacere a disposizione per altre nuove segnalazioni.“
ndr: Ricordo che, da una discussione con il compianto dott. Nicola Bianco, della Comunità Montana “Vallo di Lauro e Baianese”, e l’amico Antonio Saracino (prof. di Scienze Forestali di Portici) emerse che la faggeta del Litto ha un’altra caratteristica peculiare: è una faggeta residuale che si trova a un’altitudine insolitamente bassa, soprattutto in riferimento alla nostra latitudine.
Anche per tale motivo andrebbe preservata con maggiore attenzione. (Prof. Rino De Rosa)