“Bene il decreto lavoro ma attenzione al tema povertà e alla gestione dei fondi europei”
“La Festa del Primo Maggio quest’anno è caratterizzata dall’atteso “decreto lavoro” promesso dal Governo, che dovrà essere discusso ed approvato nella riunione del Consiglio dei Ministri appositamente convocata nel giorno della Festa dei Lavoratori.
La discussione sarà anticipata dall’incontro con le Parti Sociali, convocate a Palazzo Chigi dalla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Al centro dell’incontro, al quale parteciperanno diversi ministri e sottosegretari, alcuni importanti provvedimenti relativi al cuneo fiscale, al reddito di inclusione e alle misure di avviamento al lavoro.
Certamente, il segnale dato dal Governo è di notevole importanza e si pone nella direzione di rafforzare il dialogo tra le parti e per confrontarsi sulle proposte che il consiglio dei ministri andrà a varare, si spera, relative ad importanti misure per il mondo del lavoro e per i lavoratori. Soprattutto, avviene in un contesto storico, tra i più sfavorevoli degli ultimi cinquant’anni, segnato da un alto livello di disoccupazione, di inflazione, di aumento del costo del denaro, nonché da politiche di contenimento della spesa pubblica che stanno penalizzando, pesantemente, le fasce più deboli della popolazione, generando schiere di nuovi poveri ed aumentando sempre di più la distanza tra le classi sociali del Paese.
Purtroppo, prima la pandemia, poi la crisi internazionale tuttora segnata dal conflitto russo-ucraino, e adesso la nostra incapacità a spendere le importanti risorse messe a disposizione dall’Europa con il PNRR, stanno mettendo a dura prova la vita delle famiglie costrette sempre più a fronteggiare la crescita dei prezzi al consumo e l’aumento dei ratei di prestiti e mutui, senza, di contro, nessun aumento degli stipendi e dei salari. Per questo motivo si impone, sempre più attuale ed urgente, affrontare il tema della povertà che si sta diffondendo nella nostra società, non solo con proclami ed iniezioni di fiducia ad effetto placebo, ma con azioni concrete ed immediate che possano incrementare fin da subito le retribuzioni dei lavoratori, corrose dall’inflazione e dal vertiginoso aumento di tutte le spese, da quelle alimentari a quelle mediche, dai costi per l’energia ed il trasporto a quelli per il riscaldamento ecc.
Ci aspettiamo, pertanto, dal Governo una significativa riduzione del cuneo fiscale per incrementare i salari anche in assenza di aumenti contrattuali; conservare un reddito di inclusione/cittadinanza per le persone e le famiglie meno abbienti o che non abbiano un lavoro adeguatamente retribuito; attivare delle effettive misure per l’avviamento al lavoro ed una legge speciale che favorisca l’occupazione giovanile; avviare una seria lotta al precariato, con norme che incentivino il lavoro stabile e rendano effettivamente le assunzioni a tempo determinato l’eccezione e non la regola nel mondo del lavoro; che si facilitino i processi di stabilizzazione nel pubblico impiego e si dia la possibilità a tutti gli Enti di rafforzare i propri organici, ormai ridotti all’osso da anni di politiche che hanno di fatto bloccate le assunzioni e che non hanno consentito un effettivo ricambio generazionale, determinando l’attuale carenza di professionalità che sarebbero oggi più che mai necessarie per gestire i fondi europei sui quali si gioca probabilmente il futuro prossimo del nostro Paese e delle giovani generazioni.
E’ questa un’occasione che nessuno può permettersi di perdere, vista la notevole quantità di fondi messi a nostra disposizione e che potrebbero servire per rinnovare le infrastrutture del Paese, per la digitalizzazione dei lenti processi burocratici, per l’eliminazione del divario tra Nord e Sud, per le politiche attive del lavoro e per il sostegno all’occupazione, per l’eliminazione del divario di genere non solo per quanto riguarda l’occupazione, ma anche per le retribuzioni; nonché, per favorire la contrattazione di specifiche misure per garantire e migliorare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, ed estendere l’adozione del lavoro agile sia nel settore pubblico che nel privato per renderlo un’alternativa valida ed efficace al part time.
Ovviamente, tutti questi processi per essere effettivamente realizzati e per garantire reale dignità umana e del lavoro, non possono che passare attraverso il miglioramento della qualità del lavoro, l’incremento degli standard di sicurezza sul lavoro e di benessere per i lavoratori, per l’aumento dei livelli retributivi i quali evidenziano un forte divario con quelli di altri paesi europei, e con quelli della Germania in particolare, mediamente più alti di circa il 40 per cento. Altro capitolo sul quale ci aspettiamo risposte concrete ed immediate da parte del Governo, riguarda quello della Previdenza, laddove il primo e più urgente problema da affrontare non è tanto, o non solo, quello dell’età pensionabile, ma di una revisione del sistema di calcolo delle pensioni, al fine di garantire trattamenti pensionistici adeguati per le future generazioni le quali, entrando sempre più tardi nel mercato del lavoro e con il sistema di calcolo interamente contributivo, vedranno notevolmente ridursi la pensione rispetto all’ultima retribuzione. E certo, un lavoro precario e discontinuo non farà altro che aumentare questo gap. Anche per questo è necessario stanziare risorse per l’occupazione e per incrementare le retribuzioni.
Nell’attesa e con l’auspicio che da questo confronto Governo “patto per il lavoro” auguro, a tutti Voi,
Buon Primo Maggio!