Il dubbio è d’obbligo: volendo avere – come ogni buon cittadino dovrebbe fare – completa fiducia nelle Istituzioni, ci si chiede se sia davvero possibile che i 3 mini-mini-convettori ricevuti dopo l’azione di protesta degli studenti dal Liceo mugnanese, in seguito all’avaria del sistema di riscaldamento, possano essere effettivamente in grado di riscaldare un locale di circa 20.000 metri cubi.
Sarebbe un fatto di enorme rilievo scientifico e tecnologico (con chiare implicazioni socio-economiche e geopolitiche), ma uno degli studenti, raggiunto telefonicamente dalla nostra incredula redazione, ci riporta subito con i piedi per terra: “Solo se si trattasse di qualche tecnologia sconosciuta. In tal caso, dovremmo smontarli e, con il reverse engineering, cercare di comprendere i princìpi che ne stanno alla base e brevettarne immediatamente componenti e meccanismi” ci dice sghignazzando il nostro interlocutore. “Ma dubito che le compagnie energetiche abbiano consentito la diffusione di una tecnologia così potente che, anche se potrebbe risolvere i problemi energetici del pianeta e quelli del riscaldamento globale, le condurrebbe a sicuro fallimento. Per quanto mi dispiaccia pensarlo, è molto più probabile che – come dicono gli australiani – ci abbiano semplicemente ‘preso per il Koala’!“- conclude, amareggiato.
Chiaramente, il nostro giornale non entra nel merito, e si limita a pubblicare il Comunicato dei Rappresentanti degli studenti dell’Istituto, Antonella Festa e Gabriele Napolitano.
(by “Il Falco Pellegrino”)
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