Del soggetto – Come si guarda un’opera d’arte.

COMPRENDERE L'ARTE - La nuova Rubrica del Prof. Giovanni Foglia

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La prima cosa che facciamo quando guardiamo un’opera d’arte è chiederci il soggetto cosa significa. È un grave errore considerare un’opera d’arte dal soggetto. Il soggetto non conta. Ti consiglio di guardare un’opera d’arte come se ascoltassi una musica, fatti rapire dalla melodia, dai colori e lascia che quello che vedi ti parli senza pe forza cercare un senso o un significato.

La Tempesta di Giorgione, la Primavera di Botticelli, dopo secoli, non ancora ci hanno svelato il loro soggetto. La Vittoria di Samotracia e la Venere di Milo, una decapitata l’altra senza braccia si fanno godere anche così, a pezzi, anzi le mutilazioni le hanno rese più impersonali, più astratte.

Il contenuto dell’opera non è nel soggetto ma nella personalità dell’artista. Il soggetto sarà quindi sempre subordinato all’intenzione dell’artista e al suo temperamento. Un soggetto drammatico in mano ad un artista dal temperamento calmo e sereno sarà espresso con calma e serenità e viceversa. Il pregiudizio storico sul soggetto ci ha privato di particolari importanti e spesso di opere meravigliose.

Primavera del Botticelli

La Cena di casa Levi del Veronese, rinominata così dopo la denuncia del Tribunale dell’Inquisizione che accusò l’autore di aver recato offesa alla religione. Molti elementi dell’opera furono oggetto dell’interrogatorio a cui fu sottoposto l’autore ma in particolare una testa di moro dipinta accanto al Cristo. Il pittore si scusò dicendo che aveva bisogno di una macchi scura, quindi la scelta era per dare un contrasto cromatico ma dell’aspetto artistico ai censori non che interessasse molto e quindi dopo essersi giustificato dicendo “Noi pittori ci prendiamo la licenza che si prendono i poeti e i matti”, la situazione si risolse con la cancellazione della testa di moro e il cambio del nome del dipinto.

Di fatto abbiamo perduto il prezioso effetto tonale ma non il dipinto che è conservato all’Accademia di Venezia. Il pittore deve aver sudato freddo durante quell’interrogatorio anche perché l’opera, realizzata in piena controriforma, è ricca di riferimenti protestanti come soldati con armature tedesche, ubriachi, prostitute e animali con falli spropositati. Per questo stesso pregiudizio sul soggetto ci abbiamo rimesso due capolavori del Caravaggio che oggi non fanno parte del nostro patrimonio nazionale.

Il San Matteo e l’angelo già al Museo di Berlino (oggi distrutto dalla guerra) che fu rifiutato dai preti di San Luigi dei Francesi a Roma solo perché il Santo accavallando le gambe metteva troppo in vista quel suo piede nudo ma nessuno ha visto l’angelo.

 

San Matteo e l’angelo

La Morte della Vergine oggi al Louvre. Anche questo dipinto fu rifiutato dai committenti perché il Caravaggio si era servito come modello per la vergine di una prostituta affogata nel Tevere. Il pittore Rubens che si trovava ambasciatore a Roma non si fece scappare così bella occasione e lo acquistò al volo. Anche questa opera per un semplice pregiudizio sul soggetto uscì poi per sempre dall’Italia.

La trasfigurazione è il vero soggetto di quei capolavori. Non dobbiamo per forza arrivare sino alla ribelle spavalderia di un Caravaggio per dimostrare l’indifferenza, l’irriverenza stessa verso un soggetto anche sacro.

Due delle più belle statue di Donatello, lo Zuccone e il Geremia che dovrebbero rappresentare dei Profeti sono evidentemente due beceri, popolani.

La Madonna di Masaccio rappresentata sotto sembianze di una donna vecchia e brutta. Creata per il Carmine di Pisa, fu acquistata a malincuore dalla Galleria Nazionale di Londra.

Giotto stesso nella Madonna degli Uffizi mette in trono non già la regina o la dama di Cimabue, di Duccio o di Simone ma la popolana della sua terra di Mugello. Nel modo scomposto di sedere tradisce la sua origine popolana. L’artista che mostra anche nella libertà del soggetto la più bella, superba indipendenza è Michelangelo.

Senza alludere alla Notte e al suo atteggiamento impossibile o al Mosè e alla prolissità della sua barba ma voglio parlarvi di una delle sue opere più equilibrate e composte: la Madonna del Bargello.

La cena in casa di Levi

Il soggetto è una Madonna ma è evidente che non siano davanti ad una Madonna ma neppure ad una madre con il suo bambino tanto l’atteggiamento è astratto e tanto è assente in lei ogni nota di dolcezza materna. L’opera ci appare come un inteso desiderio di azione dominato da una volontà altrettanto decisa di ordine. L’eterna lotta tra fantasia e ragione. Tra una inconsapevole e vaga ispirazione romantica e una cosciente e chiara volontà classica. Movimento e stasi si fondono in questa immagine.

Diceva Maurice Denis: ricordarsi che un quadro prima di essere un cavallo o una donna nuda è essenzialmente una superficie ricoperta di colori disposti in un certo ordine. Quindi quando osservate un’opera d’arte ricordate che il soggetto non conta e per comprenderla bisogna lasciarsi invadere dalle emozioni che l’artista imprime e crea.

Giovanni Foglia