Il cantiere è rimasto incompiuto per quasi vent’anni, tra sviste amministrative, controversie legali, presìdi permanenti, comizi e – perfino – benedizioni del Papa
La vicenda del Centro cominciò nel 2001, con l’approvazione di un bando regionale finanziato con fondi europei, che aveva l’obiettivo di riqualificare le periferie dei comuni della Campania con più di 40mila abitanti (Avellino ne ha 52mila). L’anno successivo il comune partecipò a un bando per la riqualificazione del quartiere Valle, a ovest della città, che comprendeva un centro di assistenza sociosanitaria per persone con autismo, Tale progetto fu selezionato e nel 2003 la Regione Campania approvò un finanziamento da quasi 3 milioni e mezzo di euro per la sua costruzione.
I “disguidi” cominciarono subito.
Il Comune, una volta individuato il terreno, avrebbe potuto procedere alla dichiarazione di pubblica utilità e farla seguire, entro il limite di 5 anni, con il decreto di esproprio (se l’Ente pubblico non emana il decreto entro il limite ma realizza comunque l’opera, può ugualmente prendere possesso del terreno, corrispondendo l’indennizzo come per legge).
Si scelse però una diversa opzione, in teoria più rapida, ma che nei si rivelò molto più complicata. Il proprietario del suolo (un imprenditore irpini residente i America) propose una “cessione volontaria”, pare – però – corredata da tutta una serie di condizioni ritenute da molti piuttosto discutibili e sulle quali non ci dilungheremo.
La conseguenza di tutto questo fu che i lavori iniziarono il 16 maggio del 2007, a dichiarazione di pubblica utilità ormai scaduta e su un terreno di cui il Comune non aveva ancora acquisito la proprietà.
Seguirono una serie di intricati contenziosi, che causarono altri 15 anni di ritardi.
La costruzione fisica del centro è terminata solo ad aprile di quest’anno, ovvero dopo circa vent’anni e ben otto amministrazioni. Tra commissariamenti, ritardi, appalti a tre aziende diverse, mesi di presìdi al freddo di associazioni, comitati di cittadini e sindacati nel cantiere incompiuto, fiaccolate, denunce inviate al presidente della Repubblica e – persino – una benedizione inviata da papa Francesco. Tra gli altri “attivisti”, è opportuno menzionare anche il Prof. Salvatore Alaia, già sindaco di Sperone (Av) e, soprattutto, l’AIPA (Associazione Irpina Pianeta Autismo) di Avellino.
Tuttavia, anche a lavori terminati, il centro non ha potuto ancora aprire perché il comune di Avellino l’ha costruito senza aver mai completamente acquisito la proprietà del terreno.
Ma, finalmente, proprio in questi giorni il Comune di Avellino, in esecuzione della sentenza del Tar, ha posto le basi per completare l’acquisizione dell’area di Contrada Serroni a Valle, incassando il via libera unanime del Consiglio Comunale (con 23 voti favorevoli di cui 6 della minoranza) e deliberando l’acquisizione sanante del suolo su cui insiste il Centro, con l’annessa dichiarazione di interesse pubblico, per poco più di 500mila euro.
“Oggi chiudiamo un iter amministrativo che si è trascinato, volente o nolente, venti anni– ha dichiarato il sindaco Gianluca Festa – E non lo facciamo per dare meramente seguito alla sentenza del Tar, ma perché vogliamo che finalmente la struttura socio-sanitaria apra e diventi punto di riferimento non solo per l’assistenza dei soggetti autistici, ma anche per la diagnosi. Non a caso – aggiunge il sindaco- stiamo già lavorando per la realizzazione di un Centro di ricerca per i disturbi neuropsichiatrici che farà diventare il Centro di Avellino un polo di eccellenza per tutto il Mezzogiorno. Contestualmente lavoriamo all’housing sociale a Valle, affinché anche le famiglie abbiano la possibilità di avere un luogo vicino per stare con i propri figli”.
Il voto favorevole da parte dell’opposizione è, tuttavia, accompagnato dalla richiesta di aprire nell’immediato una verifica tecnico-amministrativa per accertare le responsabilità di eventuali omissioni e maggiori spese che il Comune si è trovato costretto ad accollarsi.
A questo punto, non manca che un ultimo tassello: la convenzione con la Regione Campania per rendere operativa struttura e dare risposte concrete, in termini di servizi. Il Centro, dovrebbe essere un posto in cui portare i pazienti durante il giorno, sia per attività ricreative che per interventi riabilitativi più mirati: sedute con psicologi, logopedisti e psicomotricisti. Ma il modo in cui funzionerà concretamente dipenderà da chi lo prenderà in carico e, di conseguenza, questo sarà un importante aspetto su cui vigilare.
Le patologie dello spettro autistico sono in continuo aumento e, nella sola Campania, colpiscono 350 nati all’anno.
Il Centro di Avellino si affiancherà alle altre due strutture operanti nella Regione: il centro AIAS Nola di Cicciano (Na), aperto nel 2002, e quello dell’ospedale “G. Criscuoli” di Sant’Angelo dei Lombardi (Av).