Pistola puntata in faccia a un senatore M5s. La strana reazione dei malviventi alla vista del tesserino parlamentare e le “ricette” proposte per combattere il fenomeno.(Con considerazioni satiriche)

L'episodio di cronaca commentato con considerazioni satiriche

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L’episodio sta rimbalzando su tutti i media: il senatore Luigi Nave, del Movimento 5 Stelle e componente della commissione antimafia, ha raccontato di essere stato vittima di due tentativi di rapina a mano armata in meno di mezz’ora mentre tornava a casa in auto dopo una missione parlamentare a Napoli.

Il senatore ha descritto l’esperienza come “una giornata infernale” e ha sottolineato l’importanza degli interventi sulla sicurezza, affermando che “la criminalità non va solo combattuta ma occorre fare opera di prevenzione per apprezzare i risultati nel lungo periodo. L’arma più potente che abbiamo è la cultura della legalità ed è necessario praticarla sin dai primi anni di scuola“.

Durante il primo tentativo di rapina, il senatore Nave ha esibito il suo tesserino parlamentare, che ha spaventato i rapinatori e li ha fatti fuggire. Nel secondo tentativo, dopo aver detto ai rapinatori di non avere contanti ma di essere pronto a consegnare il bancomat, ha nuovamente mostrato il tesserino da parlamentare. Anche in questo caso, i rapinatori si sono allontanati non appena hanno visto il tesserino.

Questi, sinteticamente, sono i fatti.


L’episodio, però, si presta ad alcune considerazioni, tra cui la prima è come mai i malviventi fossero così “spaventati” dal tesserino parlamentare, e la seconda è perché mai chi deve governare pensa di farlo suggerendo agli altri cosa devono fare (in questo caso, la scuola, che viene spesso usata come “parafulmine”), invece di attivarsi per comprendere i fenomeni e trovare soluzioni operative.

Per quanto riguarda il primo punto, tra le altre ipotesi possibili, non si può certo escludere che i malviventi siano stati istruiti nel non “offendere” i politici. Ma, se tale ipotesi corrispondesse a realtà, sarebbe un grave indizio di connivenza tra la politica (in generale) e quello che Falcone definiva “anti-stato”. Sarebbe quindi il caso – nell’interesse supremo della Democrazia e dei Cittadini – che la cosa venisse ben approfondita!

Per quanto riguarda il secondo punto: è ora di smetterla di delegare tutto alla scuola ed è giunto il momento che gli esponenti della classe politica, oltre che a beneficiate di stipendi (e poi pensioni) fino a circa 10 vote più alti dei corrispettivi minimi dei “comuni cittadini”, cerchino – come si è detto prima – innanzitutto di conoscere e comprendere i fenomeni e, successivamente, di governarli.

Chi si interessa di scuola sa bene che l’apprendimento non è solo “formale” (quello della scuola) ma anche “informale” e “non formale” (quello che riguarda tutti gli ambiti al di fuori della scuola). E queste ultime due tipologie comprendono, tanto per fare qualche esempio, anche la filmografia e i videogiochi.

Per quanto riguarda la filmografia, si dovrebbe tender conto di quanto dichiarato dal giudice Gratteri, da poco Procuratore di Napoli, in una sua illuminata intervista, rilasciata ben 6 anni fa, alla trasmissione “Otto e Mezzo” dell’emittente televisiva “LA7”, che mette in guardia contro i rischi di emulazione di alcune serie televisive.

Per quanto riguarda i videogiochi, si verifichi il loro potenziale di pericoloso condizionamento delle menti dei nostri giovani.
Esistono, per esempio, moltissimi videogames che invitano a “resettarsi” (ovvero a suggerire suicidi) o a mettere in atto pericolose “challenges” (per esempio, riunirsi in branco e picchiare gente a caso). Che misure ha preso la politica contro questi condizionamenti occulti delle menti dei nostri giovani?

Demandare tutto alla scuola non è corretto.

Oltre a questo, ciò che soprattutto occorre alla “periferia nord” di Napoli (ma non solo), e sia ai giovani che ai meno giovani, è il lavoro e il poter realizzare un progetto di vita.

A questo dovrebbe fare la politica!

Scusate lo sfogo… Ma mi sono un po’ innervosito.
Ora – per calmarmi –  prendo la macchina e vado a Napoli: chissà se – sospinti dalla loro encomiabile fantasia e dal loro innegabile spirito imprenditoriale – i venditori ambulanti della splendida città partenopea non abbiano già realizzato un “simulacro” di tesserino da parlamentare, che – da quanto è stato riportato dal senatore – sembra essere più potente della macumba, dello spray al peperoncino e – forse – anche della bomba atomica!

 

 





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