Prisco De Vivo: la pittura delle anime perse, in un tempo a noi irraggiungibile.

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Il Maestro Prisco De Vivo nel suo studio di Quadrelle (Av), in Via A. Gramsci, 42

 Prisco De Vivo nasce a San Giuseppe Vesuviano, Napoli nel 1971. Sin dall’infanzia, rivela un’eccezionale predilezione per il disegno e la pittura. Significativo è stato l’incontro con il maestro Pietro Annigoni, che lo ha guidato verso una poetica pittorica esistenziale rendendo decisivo il suo orientamento artistico intimista. Le sue prime influenze gli derivano dallo studio dell’arte antica al barocco di Jusepe de Ribera, da Eduard Munch all’espressionismo tedesco. Il suo discorso artistico tratta in maniera singolare dell’inquietudine umana e si sviluppa in una dimensione estremamente concettuale. Le sue immagini non sono mai “comode”, o naturalmente belle, esse, invece, dimostrano che l’estetica del dolore ha la stessa forza evocativa delle connessioni sinaptiche, la rappresentazione fa da contraltare alla visione ultima dell’opera che diviene, trasforma e ripara ogni ciclica impalcatura. “Prisco De Vivo è il pittore della profondità concettuale, che misura il grado della sua umoralità ricca e impregnata d’espressività in una corporalità mossa e fortemente carica di linguaggio, per cui ogni centimetro quadrato del suo lavoro è indispensabile e non separabile nell’economia sfarzosa dei corpi”, afferma Francesco Gallo.

Ecco come l’artista Prisco De Vivo, dall’alto della sua sensibilità artistica, ha immaginato l’aspetto di “Alfa”, il fantastico umanoide evolutosi tramite un meccanismo ideoplastico e protagonista del fortunato tecnothriller del nostro Direttore Onorario, Pellegrino (Rino) De Rosa.

Qui di seguito, una interessante intervista rilasciata, qualche tempo fa, alla “nostra” Beatrice Donatella Gigli.

Come hai scoperto la tua passione per l’arte?

Mi ha spinto una grande forza di volontà, davanti a me si è aperto il fare artistico in un modo del tutto innato. Cominciai a disegnare a 12 anni, a 14 anni invece iniziai a dipingere, mettendomi costantemente alla prova e in continua discussione. L’arte costa tanta fatica, ma se davvero hai passione per quello che fai, prima o poi, verrai ricompensato.

La tua arte è senza ombra di dubbio contemporanea, ma nelle tue opere tratti anche tematiche mitologiche/classiche. Per esempio la Metamorfosi di Dafne. Come mai la scelta di questo personaggio?

È vero, le mie tematiche sono classiche, amo il Classicismo e la Mitologia. Nella Metamorfosi di Dafne, ciclo di pittura e scultura, cerco di portare fuori dal personaggio l’inquietudine, la poesia e l’idea della mutazione in chiave simbolica ed esoterica.

Se ben ricordo è stata la bellezza di questo territorio a spingerti a trasferire il tuo studio a Quadrelle… Qual è la tua opinione riguardo la promozione dal patrimonio naturale artistico del nostro mandamento?

La promozione della bellezza del nostro territorio diventa davvero molto difficile, per la dissociazione dei suoi abitanti e la poca volontà da parte delle amministrazioni a concentrarsi sulla cultura. Credo invece che c’è un’attenzione al cambiamento da parte dei giovani, che si organizzano con i mezzi dell’associazione non profit per la divulgazione dei beni territoriali. In quanto ad Avella credo ci siano tutte le condizioni per renderla una realtà artistica di respiro nazionale, ciò non solo grazie alla sua antica e storica origine, ma anche alla collocazione nel suo fiabesco paesaggio.

Che visione hai del nostro territorio in chiave contemporanea e lo sviluppo della ricerca artistica?

Sono convinto che in ogni cosa tutto è dettato dall’attenzione, figure giovani e sensibili dedite alle arti ce ne sono, anche se poche, nel momento in cui decidano di cooperare insieme possono fare davvero tanto.

Cosa consiglieresti ai giovani che aspirano a diventare artisti?

Il mio consiglio è quello di conoscere, visitare musei, gallerie e gli studi degli artisti, dove l’arte si crea, si diffonde e si vende, colui che è interessato all’arte deve immergersi in tutto, deve sporcarsi le mani e talvolta inciamparci dentro.

Ritrovi delle potenzialità, delle figure giovani propense ad avvicinarsi ad un’attività artistica come la tua?

Direi che sono tanti i giovani propensi ad avvicinarsi alle attività artistiche, purtroppo hanno bisogno di vere guide, tali da poterli instradare nel modo giusto, anche dove loro credono di non arrivare mai.

Ecco, qui di seguito, le considerazione di alcuni artisti e critici:

L’ultimo libro di poesie del poliedrico artista.

Quella tua giovane caparbietà sorregge la tua furia creativa, energico e drammatico questo tuo talento nel disegno… debbo dire che si avvicina a quella volontà dei grandi artisti del passato.
P. ANNIGONI

Prisco De Vivo è un notevole pittore e poeta napoletano … nel vedere i suoi quadri ho sempre il vivace ricordo di una sua poesia: “Lavo i denti con un dentifricio / diventa silicio / con fosforo nel palmo delle mani / alito vapore che assomiglia / al «verde dell’anima»”.
M.CUCCHI

In Prisco De Vivo la relazione  tra pittura e oggetto ha  una sua tensione. La sua via del  linguaggio è sempre un territorio  ‘’Ibrido’’, in cui la connessione del differente cerca un ‘’Corpo’’ (Materico e concettuale che insieme lo accolga ).
F.CIPRIANO

Prisco De Vivo: la pittura delle anime perse, in un tempo a noi irraggiungibile.
M.DE LUCA

Conosco pochi pittori della nuova generazione che hanno a che fare profondamente con il dramma dell’uomo contemporaneo, un caso davvero isolato rimane Prisco De Vivo, unico erede di Eduard Munch per marcata incisività nel disegno e forte rappresentazione scenica dell’angoscia. La sua pittura è una bomba ad orologeria.
M. DE MICHELI

…Spero che questa grande determinazione gli dia la forza di continuare in quella ricerca interiore a cui si sono dedicati in passato i grandi maestri.
E.DI VITA

… Anche se comprendo l’aspetto esistenziale e drammatico di alcune sue opere, sono rilevanti tensione e visceralità.
G.DORFLES

La tua arte è potente e nervosa, appassionata e furiosa: mi sembra percorsa da un energia vorticosa, e è imprendibile, dionisicamente votata all’abbandono e alla dolce (e terribile) perdita di se.
M. FRESA

Prisco De Vivo è il pittore della profondità concettuale, che misura il grado della sua umoralità ricca e impregnata d’espressività in una corporalità mossa e fortemente carica di linguaggio, per cui ogni centimetro quadrato del suo lavoro è indispensabile e non separabile nell’economia sfarzosa dei corpi.
F. GALLO

Un URLO ci raddolcirà, vuole insegnarci, di-segnarci Prisco, romantico cagliato, incagliato. Pittore che a sua volta ama la poesia tanto più quella che si spinge in bilico fino allo scoscendimento poietico, quando non al baratro della vertigine stessa filosofica.
P.PERILLI

La pittura di De Vivo svela l ‘orrore che l’estetizzazione mass-mediatica del mondo contemporaneo Occulta, ma non cancella, anzi, mascherando, rende possibile. Al centro delle sue tele allora è l’uomo con la sua sofferenza; un uomo sartranianamente gettato in una realtà che non ha scelto.
E.REGA

Tra tante velleità sperimentali che si riducono in molti casi ad una gratuita ricerca di un nuovo fine a se stesso, oppure a rimasticature indigeribili del già visto e del già fatto, eccoci al cospetto almeno di una pittura che dice chiaramente che diversamente essa non può essere, mentre guarda al mondo dalla cima del suo precipizio.
G.ROMANO

Prisco è un nomade culturale, nella sua forza e nella sua capacità di dare durata e valenza stabile all’attimo che ferisce e sana.
A.SPAGNUOLO

Ho notato dalle sue opere una fortissima carica espressionistica che la induce ad eliminare ogni elemento lirico dalle FIGURE. Certamente è una pittura attuale la sua, in quanto rispecchia la drammaticità della nostra epoca e l’alienazione dell’uomo contemporaneo.
L.STROZZIERI