Il “blackout” in Spagna e Portogallo ha creato disagi e preoccupazioni associate a EMP, hacker e tempeste solari.

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Un vasto blackout ha investito la penisola iberica nella giornata di ieri, 28 aprile 2025, lasciando senza energia elettrica gran parte di Spagna e Portogallo per diverse ore e provocando un’immediata paralisi dei trasporti aerei e ferroviari.
Secondo Reuters, la rete spagnola ha registrato un collasso di circa 15 GW – pari al 60 % della domanda nazionale – in soli cinque secondi, e oltre 500 voli sono stati cancellati tra Madrid, Barcellona e Lisbona, con effetti a catena anche sui collegamenti con il Nord Africa.

Tra i voli annullati figura il Ryanair FR-3403 da Marrakech a Bergamo, programmato per le 16:45, che ha lasciato bloccati decine di turisti italiani in Marocco. I passeggeri hanno trascorso la notte in hotel messi a disposizione dallo scalo, in attesa di possibili riprotezioni: le linee di assistenza di Ryanair sono rimaste intasate, mentre il personale aeroportuale ha consigliato di cercare soluzioni alternative, spesso inesistenti nei giorni segnati da ponti festivi. In molti si sono rivolti al consolato italiano a Marrakech, attivando un filo diretto con i diplomatici per sollecitare interventi del Ministero degli Esteri al fine di organizzare voli sostitutivi.

Il blackout ha evidenziato la fragilità di reti elettriche sempre più complesse e interconnesse. Il gestore spagnolo Red Eléctrica ha riportato l’assenza di qualunque indizio di sabotaggio o attacco informatico, confermando che l’origine è da ricercare in un malfunzionamento tecnico sulla dorsale dei collegamenti con la Francia.
Tuttavia, la crisi ha riacceso i timori su scenari di blackout intenzionali: esperti di cybersicurezza ammoniscono infatti che le infrastrutture di distribuzione, con l’adozione di smart grid e dispositivi IoT, diventano bersagli sempre più appetibili per hacker e gruppi criminali. L’agenzia ENISA, nel suo rapporto NIS360 2024, segnala come l’elettricità sia tra i settori critici maggiormente esposti a minacce informatiche, con il rischio di intrusioni che possono manipolare remotamente i sistemi di controllo industriale. Già nel 2016 il malware Industroyer aveva dimostrato la capacità di interrompere la fornitura elettrica manipolando protocolli di comunicazione delle sottostazioni, lasciando Kiev senza luce per un’ora.

Sul fronte naturalistico, il ricordo più eclatante di blackout è legato all’evento di Carrington dell’agosto 1859, il più potente brillamento geomagnetico mai registrato, che interferì con i telegrafi dell’epoca e, se ripetuto oggi, potrebbe mandare in tilt la rete elettrica globale in pochi minuti. Il NOAA descrive quell’evento come un monito sull’imprevedibilità del “weather spaziale” e sulla necessità di sistemi di allerta rapida per proteggere infrastrutture e comunicazioni.

Al tempo stesso, non va sottovalutata la crescente sofisticazione delle armi a impulso elettromagnetico (EMP). Il progetto europeo HIPOW, finanziato dalla Commissione, ha esplorato come i sistemi a microonde ad alta potenza possano danneggiare apparecchiature elettroniche critiche, suscitando un’accesa discussione sulla necessità di schermature e contromisure su larga scala. Parallelamente, laboratori militari in Europa e Stati Uniti stanno sperimentando sistemi HPM per contrastare minacce come sciami di droni e attacchi a infrastrutture, un’arma che – pur ancora in fase sperimentale – promette precisione e rapidità d’azione impossibili con i mezzi convenzionali.

L’episodio iberico non è dunque solo un problema di logistica o di assistenza ai turisti, ma un campanello d’allarme sull’esposizione delle nostre società a crisi di rete di origine naturale o artificiale. La cooperazione tra governi, operatori di rete e industrie della difesa diventa cruciale per sviluppare piani di resilienza, sistemi di early warning e protocolli di emergenza capaci di garantire continuità dei servizi essenziali anche in scenari estremi.