
La faggeta del Litto è un ecosistema boschivo unico nel suo genere. La sua particolarità, dovuta a una favorevole configurazione orografica e a un particolare microclima locale, è che essa si trova ad una altitudine particolarmente bassa (attorno ai 700 m sul livello del mare) mentre le faggete si trovano normalmente, e al Sud in particolare, al di sopra dei 1000 metri slm.
Pertanto la faggeta del Litto deve essere considerata un “relitto” di epoca glaciale (Würm, da 110.000 a 11.700 anni fa) e, per tale motivo, andrebbe maggiormente vigilata o, addirittura, elevata a parco naturalistico locale. Anche in previsione dei riscaldamenti ambientali attesi.
Alla luce di quanto sopra considerato, l’atto vandalico lamentato nel seguente comunicato, è particolarmente riprovevole e potrebbe essere considerato un vero e proprio reato ambientale.
Il danno causato è di due tipi: compromissione della stabilità meccanica (soprattutto in casi di forti venti) e interruzione parziale dei vasi xilematici e floematici, rimediabili con rafforzamenti meccanici e inserti passanti.
Più in generale, per tutelare l’area ed individuare i vandali, potrebbe rivelarsi utile l’installazione di fototrappole.
(Prof. Rino De Rosa)
C O M U N I C A T O del Consigliere di minoranza D’Apolito Felice:
*Un atto vandalico inaccettabile: sfregiato un faggio secolare al Litto* Nelle nostre montagne, custodi di storia e natura, si è consumato un gesto ignobile che lascia senza parole. Nella località Litto, un maestoso faggio secolare è stato barbaramente sfregiato con l’uso di una motosega. Un albero che per decenni, forse secoli, ha resistito alle intemperie, testimone silenzioso del passare del tempo e della bellezza incontaminata del territorio, oggi porta i segni di un atto insensato e crudele. Le nostre montagne, ancora una volta, sono state violate. Questo gesto non è solo un danno ambientale, ma un affronto alla moralità, alla cultura e al rispetto che ogni cittadino dovrebbe avere verso il patrimonio naturale. Tagliare, ferire, distruggere un albero secolare non è solo un crimine contro la natura, ma un atto che offende la comunità intera, privandola di un simbolo di vita e resistenza. Oggi più che mai, in un’epoca in cui la tutela dell’ambiente è una priorità globale, un gesto del genere è inaccettabile. Chiediamo alle autorità competenti di intervenire con fermezza per individuare i responsabili e garantire che simili episodi non si ripetano. Allo stesso tempo, è necessario riflettere sull’importanza di educare al rispetto e alla cura del nostro territorio, perché solo attraverso una coscienza collettiva possiamo preservare le bellezze che ci sono state donate. Le montagne, i boschi, gli alberi secolari non sono solo paesaggio: sono memoria, identità e futuro. Difendiamoli”.
D’Apolito Felice