La recente indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Avellino in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità ha restituito un quadro allarmante sullo stato ambientale della provincia irpina.
Sono stati censiti ben 296 siti potenzialmente contaminati distribuiti su 86 comuni, con una concentrazione significativa nella parte occidentale del territorio. Tra questi, Montoro e Solofra emergono come i comuni più esposti, confermandosi epicentri di una crisi ambientale che si protrae da anni e che coinvolge direttamente la salute pubblica.
L’accordo tra le istituzioni, siglato nell’aprile 2024, ha permesso di unire competenze investigative e dati epidemiologici, con l’obiettivo di orientare le indagini giudiziarie e le strategie di prevenzione sanitaria. Il 51% della popolazione residente, pari a circa 166.500 persone, vive entro un chilometro da uno o più siti a rischio, un dato che evidenzia la portata del problema e la sua incidenza sulla vita quotidiana dei cittadini.
Nel corso della mappatura sono stati individuati impianti di trattamento rifiuti, concerie attive o dismesse, discariche comunali, industrie agroalimentari, autodemolitori e siti di lavorazione metallica. In particolare, sono state intercettate sostanze inquinanti nell’aria e nei corsi d’acqua, e in almeno un comune si è resa necessaria la sospensione dell’attingimento dell’acqua potabile, segno di una contaminazione già in atto.
La Procura e l’ISS hanno elaborato un Indice di Rischio Comunale (IRC), suddividendo l’Irpinia in sei classi di rischio. Montoro e Solofra rientrano nella classe 6, quella con il massimo livello di criticità ambientale, insieme ad altri comuni come Avellino, Atripalda, Montemarano, Forino, Manocalzati, Domicella, Montella, Monteforte Irpino e Sperone. Questi territori sono caratterizzati da una forte densità abitativa e da una presenza significativa di insediamenti produttivi, in particolare concerie e impianti di smaltimento rifiuti, che contribuiscono ad aggravare la situazione.
Secondo il Procuratore Domenico Airoma, la responsabilità penale ricade anche su chi contribuisce a peggiorare un danno ambientale già esistente, e non va sottovalutata l’omessa bonifica. Il dossier evidenzia inoltre un aumento delle malattie respiratorie acute, come l’asma, e una crescita della mortalità per tumori del testicolo e della mammella, sebbene i tassi restino inferiori rispetto al resto della regione.
Tutti i dati raccolti sono stati integrati in una banca dati georeferenziata, che consente di visualizzare con precisione la distribuzione delle sorgenti di rischio. Il Procuratore Generale di Napoli, Aldo Policastro, ha sottolineato l’importanza di un approccio sinergico tra enti, definendolo “modello della sinergia”, e ha annunciato il rafforzamento del gruppo ambiente e l’intensificazione delle riunioni dedicate alla tutela del territorio.
Montoro e Solofra restano il simbolo di una sfida ambientale che non può più essere rimandata. La loro posizione geografica, la vicinanza ai corsi d’acqua e la presenza di popolazione residente a ridosso dei siti contaminati rendono urgente l’intervento. La Procura ha già annunciato ulteriori accertamenti, con il supporto tecnico dell’Arpac e dell’ISS, per chiarire l’entità delle contaminazioni e il loro impatto sulla salute.
Non si tratta di dati conclusivi, ma di una base solida per avviare bonifiche, intensificare i controlli e promuovere la prevenzione sanitaria.
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