Dai dati dell’Osservatorio di Montevergine: l’inverno 2023/24 è stato il quarto più povero di neve dalla fine dell’Ottocento.

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La giornata odierna segna , secondo le convenzioni di norma adottate in climatologia, il termine dell’inverno 2023/24.

Un inverno che passa alla storia come uno dei più anomali che si ricordino negli Appennini ed in particolare nel settore meridionale.

All’Osservatorio di Montevergine (AV), la stagione invernale 2023/24 (periodo dicembre-febbraio) è stata caratterizzata da un’anomalia di temperatura pari a 2.5°C (trentennio di riferimento: 1991-2020). Come si evince dalla prima delle tre figure riportate di seguito, si tratta dell’inverno più caldo dell’intera serie storica, in coabitazione con la stagione 2015/16.

Il mese di febbraio che si sta per chiudere, con una temperatura media di 5.1°C, si colloca al terzo posto nella classifica dei mesi di febbraio più caldi di sempre: temperature più alte furono misurate solo nel febbraio del 1990 ed in quello del 1966. L’anomalia rispetto all’ultimo trentennio di riferimento è di ben 3.8°C (vedi seconda figura).
 
“Dulcis in fundo”, apriamo brevemente il capitolo inerente ai quantitativi di precipitazione nevosa.
 
Con un totale di soli 25 cm, frutto per lo più della nevicata verificatasi lo scorso 20 gennaio, l’inverno 2023/24 è il quarto inverno più povero di neve dalla fine dell’Ottocento ad oggi.
 
Nella terza figura, le stagioni invernali sono state ordinate in senso crescente, da sinistra verso destra, in base alla quantità di neve fresca complessivamente registrata. Quantitativi più bassi sono stati misurati solo nella stagione 1954/55 (21 cm), nell’inverno 1989/1990 (20 cm) e nelle stagioni 1948/49 e 2015/16 (21 cm).
 
Questi dati, seguono gli altri, altrettanto atipici misurati nel corso del 2023, in particolare:
– L’anno solare 2023 è stato, all’Osservatorio di Montevergine, il terzo anno più caldo di sempre.
–  Lo zero termico oltre i 3.500 metri

 

 

 
 

 

In Irpinia, questo è il quarto inverno più povero di neve dalla fine dell’800

 

Con appena 25 centimetri di neve accumulati principalmente durante la nevicata del 20 gennaio, l’inverno 2023/24 si è rivelato il quarto inverno più povero di neve nella regione dell’Irpinia dalla fine dell’Ottocento ad oggi.

Un confronto con gli inverni precedenti rivela che soltanto in tre occasioni la nevicata è stata ancora più esigua. La stagione 1954/55 detiene il record con soli 21 centimetri di neve, seguita dall’inverno 1989/1990 e dalle stagioni 1948/49 e 2015/16, tutte caratterizzate da appena 21 centimetri di accumulo nevoso.

Questo trend di inverni con quantitativi di neve in diminuzione potrebbe sollevare preoccupazioni riguardo ai cambiamenti climatici e alle variazioni stagionali. Gli abitanti dell’Irpinia, abituati a inverni più rigidi, possono riflettere su come il clima della regione stia subendo delle trasformazioni significative.

L’analisi di questi dati meteo suggerisce una tendenza all’inaridimento e alla riduzione delle precipitazioni nevose, con possibili impatti su diversi settori, tra cui l’agricoltura e le riserve idriche. Molti potrebbero essere chiamati a adattarsi a queste nuove condizioni climatiche, mentre gli esperti potrebbero essere spinti a studiare approfonditamente le cause di questa diminuzione della neve invernale.

In conclusione, l’inverno 2023/24 segna un altro capitolo nella storia meteorologica dell’Irpinia, evidenziando un cambiamento nelle condizioni climatiche in questa regione italiana.