Nella sede della proloco “Rimettiamoci Insieme” di Mugnano del Cardinale si è svolto il convegno dal titolo “Inquinamento ambientale ed errati stili di vita. Quali danni e quali rimedi per la fertilità”.
L’evento, moderato dal Dott. Filomeno Caruso, è stato organizzato da Nuova Alleanza Popolare e dalle Associazioni “Ultimi per la legalità”, “Lotta per la Vita”, ISDE e “Ascolto Donna”.
Lo studio delle possibili relazioni tra fertilità umana e le varie forme di inquinamento ambientale, gli aspetti alimentari e lo stile di vita moderno è un argomento attuale e grande rilevanza, e rappresenta uno degli aspetti maggiormente preoccupanti del cosiddetto “antropocene”, ovvero dell’attuale “era”, caratterizzata dal devastante impatto (ecological footprinting) dell’uomo sull’ambiente e – di conseguenza – dall’effetto boomerang sulla società e sulla salute umane.
In particolare, l’inquinamento ambientale, tramite il bioaccumulo e la penetrazione diretta nell’organismo umano, provoca una serie di effetti negativi sulla salute umana attraverso diversi meccanismi oggetto di numerosi studi che investono diverse discipline.
Interferenti ormonali (come i PFAS, presenti nelle pentole antiaderenti, nelle vernici, in prodotti per l’igiene intima e per la casa, nei cosmetici, e prodotti dalla degradazione di plastiche, ecc… ), microplastiche, metalli pesanti, additivi alimentari e altri contaminanti di varia natura, una volta penetrati nell’organismo, possono interferire con i meccanismi epigenetici (fattori di controllo dell’espressione genetica) e indurre o facilitare l’insorgenza di alcune patologie che spaziano dalle neoplasie, ai disturbi dello sviluppo nervoso e psichico, al calo della fertilità.
Dopo le interessanti introduzioni delle Dott.sse Federica Litto e Gerardina Limone, e della Sig.ra Anna Candelmo, il dott. Luigi Montano, uroandrologo nonché ideatore e coordinare del progetto di ricerca “EcoFoodFertility” è passato a esporre i risultati di uno studio che ha posto a confronto il grado di fertilità di un campione di giovani residenti nella “Terra dei Fuochi” con quello di un altro campione di giovani residenti nella “Valle del Sele”.
In questo studio, definito “multidisciplinare e multicentrico”, è stato misurato il grado di vitalità degli spermatozoi presenti nel liquido seminale dei due gruppi, correlandolo con l’insorgenza di alcune patologie, suggerendo altresì che lo studio delle variazioni di questo parametro possa essere usato come “marker” di “Salute ambientale e generale”, ovvero sia come bioindicatore dello stato degli ecosistemi sia come fattore predittivo di alcune patologie croniche-degenerative dell’adulto.
Il convegno, di estremo interesse, al pari di tutti quelli caldeggiati dal dott. Filomeno Caruso e presentati in precedenza, è stato accolto con particolare interesse dai presenti.