
Il 22 maggio si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale della Biodiversità. Questa giornata è stata proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2000 per dar seguito all’adozione della Convenzione sulla Diversità Biologica firmata a Nairobi, in Kenya, nel 1992. L’obiettivo è tutelare la diversità biologica del Pianeta e l’equilibrio degli ecosistemi contro le minacce sempre più insidiose del cambiamento climatico e dell’inquinamento.
La biodiversità è la totalità di specie viventi che abitano il nostro pianeta, “inquilini” di terra, aria e acqua. Un patrimonio di vita che ci riguarda tutti ed è seriamente in pericolo. Ad oggi gli ecosistemi hanno perso circa il 75% della originaria biodiversità.
Un ecosistema abitato da specie con caratteristiche diverse è in grado di resistere meglio ai cambiamenti climatici.
Ci sono molte cose che ognuno di noi può fare per conservare e utilizzare in modo sostenibile la biodiversità, come ridurre il consumo di carne, acquistare e mangiare alimenti stagionali, acquistare cibi locali, ridurre lo spreco di cibo, compostare gli avanzi di cibo, ridurre gli imballaggi alimentari utilizzando sacchetti riutilizzabili o contenitori di vetro riutilizzabili, evitare plastiche monouso (cannucce di plastica, tazze per il caffè, posate di plastica, contenitori o bottiglie di plastica per l’acqua, ecc.), promuovere la biodiversità locale e indigena (razze e varietà) per cibo e nutrizione³.
Le conseguenze della perdita di biodiversità sono gravissime. Diminuiscono i servizi ecosistemici e la loro efficacia. Diminuisce la resilienza degli ecosistemi e la loro capacità di fronteggiare malattia e danni. Con la perdita di biodiversità, le specie vegetali sconosciute vengono eliminate, rendendo impossibile trovare cure per diverse malattie che oggi non possiamo curare.
I servizi ecosistemici sono i benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano1. Il Millennium Ecosystem Assessment descrive quattro categorie di servizi ecosistemici: supporto alla vita (come ciclo dei nutrienti, formazione del suolo e produzione primaria), approvvigionamento (come la produzione di cibo, acqua potabile, materiali o combustibile), regolazione (come regolazione del clima e delle maree, depurazione dell’acqua, impollinazione e controllo delle infestazioni), valori culturali (fra cui quelli estetici, spirituali, educativi e ricreativi).
i sono molte specie animali a rischio di estinzione a causa del riscaldamento globale. Tra queste ci sono le tartarughe marine, i cetacei come balene, foche, balenottere e delfini, gli elefanti africani e le tigri delle Sundarbans. Anche alcune specie ittiche sono a rischio di estinzione, come lo squalo bianco, lo squalo mako, lo squalo angelo, la verdesca, la cernia, il tonno rosso e il pesce spada.
Un esempio di specie a rischio la cui perdita si potrebbe rivelare gravissima è il limulo (Limulus polyphemus), una sorta di granchio il cui sangue blu è in grado di distruggere i batteri resistenti agli antibiotici.